giovedì 24 novembre 2011

I progetti di Libera Frosinone

Libera è un contenitore di idee, persone, progetti e attività finalizzato a sistematizzare e dare continuità a esperienze formative di educazione alla legalità, democratica, responsabilità e cittadinanza. Libera è anche un ente di formazione accreditato presso il Ministero della Pubblica Istruzione per la realizzazione di corsi e programmi di formazione sui temi dell'educazione alla legalità democratica ed allacittadinanza attiva. La nostra associazione ha sviluppato dei percorsi didattici per gli istituti scolastici di ogni grado – spiega Giovanni Pizzuti, referente di Libera Frosinone - i percorsi hanno per oggetto tematiche come le mafie, le ecomafie, le agromafie, l'immigrazione e la corruzione -.  Inoltre anche quest'anno in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e della Ricerca è stato promosso il concorso “Regaliamoci 2011/2012”. Le tracce di quest'anno sono: “L'etica Libera la bellezza” per le scuole primarie, “Segnal-etica di cittadinanza” per le scuolesecondarie di primo grado e “Corretti e non corrotti” per lescuole secondarie di secondo grado.  E' possibile aderire al concorsoentro il 19 dicembre, la consegna dei lavori è prevista per marzo 2012. - La lotta alleillegalità non può essere svolta in via esclusiva dalle forze dell'ordine e dalla magistratura, per questa ragione riteniamo fondamentale che un ragionamento sulla dimensione culturale delfenomeno mafioso, non possa prescindere dai temi dell'esigibilità dei diritti e della corresponsabilità verso i doveri di cui ognuno di noi, in quanto parte della comunità di riferimento, è portatore. Invitiamo le scuole interessate a contattarci, i nostri volontari sono disponibili a lavorare con i studenti e a fornire maggiori informazioni sul concorso “Regaliamoci 2011-2012”. E' possibile trovare maggiori informazioni suwww.liberafrosinone.it/formazione-.

Operazione 'Golfo', l'intervento dei Giovani Democratici di Formia

Il circolo Impastato / Milk dei Giovani Democratici di Formia interviene sull’operazione ‘Golfo’ appena condotta dagli agenti della Questura di Latina e dai militari della Gdf di Roma, su mandato della Dda partenopea, chiedendo un nuovo approccio per la tutela del territorio. “Formia e dintorni chiedono un nuovo passo nel contrasto alle criminalità organizzate che operano nel comprensorio. Non è una novità la presenza della camorra, ma questa volta scade l’alibi di certa politica che ha tentato sistematicamente di sminuirne il problema. Pretendiamo risposte in ordine alla strategia che si intende porre in essere al fine di affiancare, sotto il profilo politico, economico e culturale, l’energica attività delle forze dell’ordine e della magistratura, a cui va il nostro ringraziamento. Ma non deve trattarsi di una risposta individuale. No, ciascuna comunità che si riconosce nel Golfo di Gaeta è chiamata a concorrere nella definizione di questo scatto d’orgoglio, individuando ciascuno, per il proprio ruolo, gli strumenti tesi ad arginare lo sconfinamento delle mafie sul nostro territorio. Lo pretendiamo, è arrivato il momento”.  

Operazione 'Golfo', l'intervento della fondazione Antonino Caponnetto

L’operazione “Golfo” condotta all’alba di questa mattina dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Latina e i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma della Gdf, su mandato della Dda partenopea, nel comune di Formia stimola l’analisi della Fondazione Antonino Caponnetto. Il sodalizio, per mezzo del suo presidente e del referente Lazio, rispettivamente Salvatore Calleri e Raffaele Vallefuoco, torna sull’esposizione mafiosa del sud pontino. “Il blitz odierno conferma la capacità delle mafie, e della camorra, in particolare, di insinuarsi negli interstizi del territorio pontino. Tutti gli allarmi lanciati in questi anni sul rischio di ‘contestualizzazione’ delle criminalità organizzate, che adesso appare come una realtà inequivocabile, pesano, quest’oggi su quanti per anni hanno derubricato la presenza mafiosa a mera criminalità comune, o addirittura, negandone la presenza. L’operazione ‘Golfo’ evidenzia un’esposizione che comprende tutto il comprensorio e che necessità di una strategia d’approccio che corra lungo le direzioni geografiche ed economico – politiche. Questo significa che urge una risposta comune da parte di tutti i comuni inseriti nella geografia del Golfo di Gaeta e coinvolga in una complessa strategia di argine tutte le forze sociali del territorio. Solo così, potremmo dare il nostro contributo allo straordinario lavoro posto in essere con dedizione e coraggio dagli uomini e donne delle forze armate e contestualmente dalla magistratura partenopea. A loro un forte ringraziamento per l’opera di tutela e salvaguardia del comprensorio”.


sabato 12 novembre 2011

Sostegno agli amici di Libera dal responsabile Lazio della Fondazione Caponnetto

“Profonda amarezza”. E’ questo il sentimento del responsabile Lazio della Fondazione Caponnetto, Raffaele Vallefuoco, all’indomani dell’ennesimo vile gesto perpetrato ai danni del Villaggio della Legalità “Serafino Famà” di Borgo Sabotino. “Non ci resta che condannare questo accanimento contro gli amici di Libera che segna la linea di non ritorno per questa nostra provincia. E’ necessaria, infatti, una riposta collettiva nel condannare questo atteggiamento intimidatorio, nella consapevolezza che ogni attacco perpetrato non è isolato, ma colpisce ciascuno di noi. Per questo siamo al fianco dei ragazzi di Libera, stigmatizzando questo vile tentativo intimidatorio, ed offrendogli il nostro incondizionato sostegno”.

venerdì 11 novembre 2011

Ennesimo sabotaggio al Villaggio della Legalità, la presa di posizione di Libera

Il coordinamento Libera Latina denuncia l'ennesimo atto di sabatoggio ai danni del Villaggio della Legalità di Borgo Sabotino. E lo fa, esprimento tutta la sua rabbia, affidandola a queste parole: “
Vandali in azione al Villaggio della Legalità
(il Villaggio all'indomani della prima aggressione)
Ennesimo sabotaggio ai danni del Villaggio della Legalità "Serafino Famà" di Borgo Sabotino. Solo tre giorni fa, il villaggio aveva ospitato la seduta straordinaria della Commissione regionale sicurezza e legalità presieduta dall’onorevole Filiberto Zaratti ed a cui ha partecipato anche il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi. Nelle giornata di oggi invece era in programma la proiezione del documentario La Quinta Mafia prodotto da Libera, un’iniziativa organizzata insieme a Rinascita Civile e ad altre associazioni e ben pubblicizzata. Per impedire il normale svolgimento delle attività, nelle ore notturne sono state rubate le due pompe idrauliche necessarie per l’asservimento dell’acqua su tutta la struttura. Poche ore primaerano stati sottratti i rubinetti delle fontane che si trovano nel campo. Vistala posizione delle pompe idrauliche non era facile trovarle soprattutto albuio. Le stesse erano state sostituite dai tecnici del Comune di Latina nelmese di agosto dopo i danneggiamenti subiti da ignoti. Le pompe idrauliche sonostate smontate ad arte e portate via. Attualmente l’impianto idraulico non èfunzionante. Appare singolare il fatto che certi episodi precedano puntualmentela proiezione del documentario La Quinta Mafia che racconta le mafie nel Lazioe soprattutto denuncia le ecomafie di Borgo Montello e l’omicidio di Don CesareBoschin senza dimenticare che Borgo Montello dista linea pochi chilometri dalbene confiscato. L’ennesimo attacco al Villaggio della Legalità, una chiara sfida alle istituzioni e ai cittadini responsabili di questa terra". Quindi fa eco, il coordinatore regionale del sodalizio, Antonio Turri: "Non ci sono parole, ogni qualvolta c’è un’iniziativa arriva un segnale. L’ ennesimo atto di sabotaggio è un una chiara sfida alle istituzioni e ai
cittadini responsabili di questo territorio”, conclude l'esponente.

domenica 23 ottobre 2011

Vandali al Villaggio della Legalità di Borgo Sabotino, l'indignazione di don Ciotti

Vandalizzato il Villaggio della Legalità
Vandali al Villaggio della Legalità di Borgo Sabotino. A darne notizia è don Luigi Ciotti, leader di Libera, il quale esprime tutta la sua indignazione per questo grave atto. Spiega: “Un atto vile e  grave, nessuno puo' pensare di  vandalizzare e fermare  l'impegno ed il protagonismo delle realta' associative locali impegnate in  percorsi di democrazia e giustizia sociale. Un atto grave, vile che colpisce un bene confiscato e restituito alla collettività e dove Libera si era resa disponibile su richiesta del ccommissario Prefettizio di Latina  al fine di accompagnare il percorso di recupero , valorizzazione del bene con il  protagonismo delle realta' associative locali. Nessuno puo' pensare di vandalizzare e di fermare questo impegno delle tante realtà  del posto che insieme con fatica,passione  e responsabilità stanno realizzando  percorsi di democrazia e giustizia sociale. In una nota Don Luigi Ciotti, presidente di Libera commenta l'atto vandalico  che nella notte ha distrutto la parte interna aperta al pubblico del  Villaggio della Legalità  di Borgo Sabotino, in provincia di Latina, bene confiscato per abusivismo edilizio e affidato all'associazione. Sono andati distrutti computer, impianti elettrici,amplificazioni, suppellettili. Le vetrate sono state distrutte a picconate con danni complessivi  per migliaia di euro. Nella giornata odierna Libera aveva organizzato nel Villaggio della Legalità  un' iniziativa con la partecipazione dei presidi di Libera e degli scout sulla figura di Don Cesare Boschin,prete ucciso a Borgo Montello che dista a pochi chilometri, per aver denunciato traffici di rifiuti tossici nella discarica per l'appunto di Borgo Montello. La giornata prevedeva anche la proiezione del documentario  “La Quinta Mafia”. “E' urgente-prosegue Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie- intervenire,  e mettere in campo tutti gli strumenti necessari per individuare in tempi brevi i responsabili  per dare un segnale forte della presenza dello Stato in una provincia dove radicamento e contaminazione mafiosa  sono un fenomeno assodato  e preoccupante”.Il  villaggio della legalità dove trovano spazio e accoglienza associazioni e gruppi di volontariato e che quest'estate ha ospitato centinaia di volontari provenienti da tutt'Italia per i campi  estivi formazione, si estende su un'area di quattro ettari con  strutture per centinaia di migliaia di euro, destinate a feste e ad ospitare decine e decine di roulotte. Tutto rigorosamente abusivo e con un giro di soldi "regolarmente" in nero. Il 'villaggio' è stato confiscato per abusivismo edilizio e nell' aprile del 2011 il commissario prefettizio di Latina Guido Nardone che ha richiesto ufficialmente a Libera di assumersi l'incarico di accompagnare le tante associazioni locali nella realizzazione di un percorso di protagonismo e di cittadinanza attiva.

lunedì 17 ottobre 2011

Le mani delle mafie sulla Capitale, l'intervento di Antonio Turri

"Il sequestro di oggi dell'edificio ospitante il Teatro Ghione a Roma, cosi come quello di un albergo in provincia di  Frosinone e di numerose società  aventi sede nella Capitale, rappresentano la faccia economica della Quinta Mafia. E' l'ennesima  dimostrazione di come le mafie abbiano da anni deciso di investire i  loro ingenti capitali a Roma e nel Lazio. Oramai si consolida la  diversità nel modus operandi delle mafie nella loro azione di  riciclaggio sicuramente rappresentata dal coinvolgimento di imprenditori laziali che sono stati contaminati da organizzazioni  criminali che sembrano sempre più spesso collaborare con pezzi  dell'economia, della politica e della criminalità  autoctona laziale per  le loro attività delinquenziali. Per questo motivo da tempo come Libera, visto lo spessore criminale rappresentato dai personaggi rimasti  coinvolti, riteniamo che  si stia formando una mafia locale, da  contaminazione,che abbiamo definito quinta mafia, composta da elementi  delle mafie d'importazioni, elementi collaboranti della criminalità  autoctona e pezzi dell'economia e della politica della regione Lazio". In una nota Antonio Turri, responsabile Libera Lazio commenta l'ultimo  sequestro operato dalla Dia che ha coinvolto numerosi beni nella  Capitale. Del resto alcuni numeri sono evidenti: in un solo anno, dal luglio 2010 al luglio 2011, sono stati sequestrati e confiscati beni di  mafiosi per oltre 330 milioni di euro, mentre secondo l'ultimo report  dell' Ufficio d'Informazione Finanziaria della Banca d'Italia nei primi  sei mesi del 2011  sono state raccolte solo a Roma notizie su 2473 operazioni sospette di riciclaggio. Il 26 ottobre presso la Facoltà  di  Giurisprudenza, Università  La Sapienza Libera promuove una giornata di  analisi, studio e proposta sulle infiltrazione e radicamento delle  mafie nel Lazio con la partecipazione di magistrati, rappresentanti  delle Forze dell'Ordine, delle Istituzioni.

domenica 28 agosto 2011

Gravissima intimidazione alla Cgil di Manduria

Gravissima intimidazione contro la Cgil di Manduria. L’episodio, avvenuto nella notte del 24 agosto davanti la Cdl di Manduria, non spaventa il sodalizio che, anzi, ribadisce il proprio impegno nella denuncia di ogni atto di intimidazione e chiede che vengano individuati rapidamente i colpevoli. Infatti la segreteria nazionale inteviene: "Questa notte ignoti hanno esploso diversi colpi di pistola contro il portone della Camera del Lavoro comunale di Manduria in provincia di Taranto. Episodio grave ed allarmante in questa delicata fase politica del Paese, soprattutto perchè rivolto ad una sede di Camera del Lavoro: da sempre luogo di insediamento democratico e di tutela dei diritti dei lavoratori sul territorio. La Cgil nazionale esprime la più ferma indignazione e condanna per questa vile intimidazione. Nel contempo ribadisce il pieno sostegno e la solidarietà alle compagne ed ai compagni del gruppo dirigente confederale, ai delegati, ai militanti ed ai lavoratori di Manduria.
La Cgil nazionale ribadisce il proprio impegno nella denuncia di ogni atto di intimidazione e nella necessaria vigilanza democratica in difesa dei valori della libertà, della democrazia e della convivenza civile”. La redazione di Wow esprime la propria vicinanza al sodalizio.

domenica 31 luglio 2011

E' morto il giornalista Giuseppe D'Avanzo

Giuseppe D'Avanzo
La morte ha sortito più effetti di quanti potesse farne qualsiasi legge antiscoop o bavaglio.
Partecipiamo alla dipartita di Giuseppe D'Avanzo
La redazione
http://www.repubblica.it/cronaca/2011/07/30/news/morto_giuseppe_d_avanzo-19815836/?ref=HRER2-1

lunedì 13 giugno 2011

Nuovo guasto alla condotta adduttrice ad Acqualonga: clicca sulla videonotizia

E' proprio il caso di dirlo: piove sempre sul bagnato. Tant'è che stamani dobbiamo registrare una nuova rottura della condotta adduttrice in via Acqualonga. Un nuovo cedimento che paralizza completamente il quartiere. Interdetto ogni passaggio per raggiungere il centro e la variante dell'Appia. L'unica alternativa praticabile è rappresentata dalla strada interna che incontra via Ponzanello, difficilmente percorribile dai mezzi per i servizi d'emergenza.

Servizio su WowNotizieTV: http://www.youtube.com/user/WownotizieTv?feature=mhum

lunedì 28 marzo 2011

Tour pontino per la Fondazione Antonino Caponnetto

Si rinnova, come ogni anno, il tour pontino della fondazione Antonino Caponnetto nelle scuole del territorio della provincia di Latina. Una full immersion che ha preso avvio con l’incontro andato oggi lunedì 28 marzo a Latina, presso il Liceo Classico Dante Alighieri, al quale ha partecipato Salvatore Calleri, presidente del sodalizio antimafia. Un evento fortemente voluto dalla scuola, impreziosito dalla presenza del questore di Latina Niccolò D’Angelo, già protagonista nel contrasto alle criminalità organizzate. Tra i relatori anche Antonio Di Lauro, responsabile della Campania per la Fondazione Caponnetto.  Al centro del dibattito l’ecomafia e l’illegalità dilagante che offendono il nostro territorio, con una precipua attenzione al ruolo che le giovani generazioni devono incarnare per rendersi protagonisti di quella “rivolta morale” invocata a novembre dal procuratore Piero Grasso , nel corso del Vertice antimafia di Campi Bisenzio. Un evento al quale prese parte anche una delegazione del Dante Alighieri. Ma questa tappa è stato solo l’incipit del tour che porterà la fondazione in quattro diverse realtà del nostro territorio: Formia, Gaeta e Minturno, per riannodare i fili del confronto con gli studenti tessuto in questi anni di incontri ed eventi. Prenderanno parte ai confronti già programmati anche Lorenzo Diana, coordinatore nazionale di Insieme per la Legalità e Antonio Iafano, responsabile territoriale di Ammazzatecitutti.

mercoledì 23 marzo 2011

domenica 6 marzo 2011

Percorsi di Legalità venerdì 11 marzo a Chieti

La locandina dell'evento
Si ripeterà, come ogni anno, venerdì 11 marzo, alle 10, presso l’Auditorum del rettorato dell’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti – Pescara il progetto “Percorsi per la legalità” fortemente voluto dall’ateneo ospitante, la Voce di Fiore, le fondazioni Antonino Scopelliti e Antonino Caponnetto, le associazione Ammazzateci Tutti e Verso Sud. Sottotitolo dell’evento: “I giovani contro le mafie. ‘Ndrangheta made in Germany’ e ‘Primo sangue’, in due libri la violenza e la strategia espansiva della mafia calabrese, presente anche in Abruzzo”. Diversi gli interventi programmati. Ad aprire l’evento sarà il magnifico rettore Prof. Franco Cuccurullo; quindi Giuseppe Lumia, senatore della Commissione Parlamentare Antimafia; Nicoletta Verì, presidente comm. Affari sociali e tutela della salute Regione Abruzzo; Nicola Trifuoggi, procuratore della Repubblica di Pescara; Antonello Canzano, docente di Sociologia dei fenomeni politici UdA; Antonio Iafano, Referente di “Ammazzatecitutti”; Emiliano Morrone, scrittore, “La voce di Fiore”; Raffaele Vallefuoco, responsabile “Fondazione Caponnetto” – Lazio, Luigi Resta, i Guardiani del Borgo Antico, Palagianello (TA). A moderare l’incontro sarà il giornalista e scrittore  Orfeo Notaristefano, instancabile organizzatore dell’appuntamento.

Amministrazione Obama, consuntivo di metà mandato

Obama tra i giovani democrat
di Walter Veltroni
(articolo pubblicato in esclusiva sul numero ottobre / novembre di Wow)

“Mi prendo tutta la responsabilità. Il potere è dei cittadini, io sono qui per servirli, ho il dovere di ascoltare il messaggio”. Così, all’indomani del voto di mid-term, Barack Obama ha commentato, con grandissima onestà e altrettanta franchezza, la secca sconfitta dei democratici. Una sconfitta che in effetti riguarda direttamente il presidente americano, sottoposto, come d’altra parte era già successo a molti dei suoi predecessori, compresi i più recenti, da Reagan a Clinton fino Bush (poi tutti vittoriosi nelle successive elezioni presidenziali), al severo giudizio degli elettori. Ma cosa ha significato, al di là del dato inequivocabile dei sessanta deputati democratici in meno al Congresso, questo voto? Obama ha detto di aver recepito il messaggio, ma quel che è successo significa anche, per caso, che quelle due parole, change, cambiamento, e hope, speranza, attorno alle quali aveva costruito la sua narrazione e articolato le sue concrete proposte nella eccezionale campagna elettorale del 2008 hanno già perso la loro forza, la loro capacità evocativa, il loro profondo senso politico? Vorrei dirlo con chiarezza: io credo di no, sono convinto che non sia così. E non solo perché lo stesso Obama era perfettamente consapevole delle difficoltà sin dalla sera della sua straordinaria vittoria, quando rivolgendosi alla gigantesca folla che lo salutava disse: “la strada che ci aspetta è lunga e in salita”. Sono convinto che la speranza sia ancora viva e che il cambiamento sia ancora possibile, per il semplice motivo che è stato avviato, è in corso, e se non tutto è proceduto con la velocità e la profondità che si poteva auspicare, nessuno che abbia un minimo di onestà intellettuale può negare la realtà delle cose. A cominciare da un fatto: se l’economia americana sente ancora i morsi della crisi, se la disoccupazione è un problema bruciante, vorrà forse dire che non è stato fatto abbastanza, ma non che nulla si è fatto per fronteggiare quella che, non lo si dimentichi mai, è una delle tristi eredità dell’Amministrazione Bush. Tre milioni di posti di lavoro in più sono un fatto, non una opinione. E che dire delle regole per i mercati finanziari e di quella vera e propria rivoluzione rappresentata dall’avvio di una riforma sanitaria che servirà a tutelare milioni di cittadini non così poveri da avere qualche forma di assistenza ma nemmeno così ricchi da potersi permettere una costosa assicurazione privata? C’è poi, in politica estera, l’inizio di un nuovo corso, nel segno del multilateralismo e della cooperazione con il resto della comunità internazionale, voltando finalmente pagina rispetto al tempo dell’unilateralismo, delle presunzioni di autosufficienza o di teorie aberranti come quella della “guerra preventiva”. La mano tesa al mondo islamico, l’aver imboccato con decisione la strada del disarmo nucleare, l’avvio del ritiro dall’Iraq, il tentativo di ricucire il filo dei negoziati in Medio Oriente sono tutti passi conseguenti, figli di una visione che vuole far recuperare all’America quel ruolo di leadership morale che nella storia del Novecento spesso è stato suo, con beneficio del mondo intero. Non è un caso che i repubblicani, e il nuovo e per molti versi inquietante fenomeno dei Tea Party, si siano scatenati tanto contro il Presidente in carica: il cambiamento ai conservatori fa paura, e il loro tentativo è di fermarlo sul nascere, prima che si consolidi, prima che l’azione dell’Amministrazione democratica consenta di uscire dalla crisi ereditata dal recente passato e cominci a dispiegarsi in tutte le sue potenzialità. Un rischio, su tutti, Obama deve però evitare: quello del tecnicismo, del pragmatismo, che in politica serve, per carità, ma non privo di idealità, di capacità evocativa e se necessario di radicalità. Forse è proprio questo, però, il messaggio che Obama ha per fortuna compreso, perché è lui stesso ad aver detto, sempre all’indomani del voto: “Alla Casa Bianca corro il pericolo di vivere come in una bolla. Quando ero un candidato gli americani si identificavano con la mia storia personale. Ora ho bisogno di tornare più spesso là fuori”. E’ così. In America come ovunque, è fuori dai palazzi, lontano dalle alchimie di cui troppo spesso la politica è intrisa, che si  possono trovare le risposte e le soluzioni alle domande e ai problemi delle persone.


sabato 5 marzo 2011

Caos in Egitto, prove di democrazia

Due milioni di egiziani in Piazza Tahrir
di Raffaele Vallefuoco

L’Egitto ha imboccato il cammino verso la democrazia. Un sentiero battuto a ritmo di “Pane e Libertà”. Per 18 giorni gli egiziani hanno sfidato il regime trentennale di Mubarak, manifestando anche con tenacia la propria volontà di riforma. Una rivolta sanguinosa, certo. Ma alla fine piazza Tahrir ha avuto la meglio su un potere, accomodante per l’Occidente, considerando il dialogo praticabile, ma che il popolo considerava ostile. I vox populi, le interviste ai manifestanti sembravano andare in una sola direzione: cambiamento. In fondo sembravano volersi appellare al 3 punto dell’articolo 21 della Dichiarazione dei diritti dell’Uomo che scandisce: “La volontà popolare è il fondamento dell’autorità del governo”. C’è voluto coraggio. Lo hanno avuto gli egiziani a sfidare il regime, lo ha avuto l’America che ha spalleggiato la protesta, pur esprimendo inizialmente un po’ di disagio. Alla fine, però, il presidente Obama ha esultato: “Il popolo egiziano ha smentito l’idea che la violenza è la via per la giustizia”. Una posizione che premia il diritto di autodeterminazione di un popolo, ma che desta, comunque, qualche diffidenza. C’è la paura che la rivoluzione possa generare un nuovo regime fondamentalista. Ma non tutti gli analisti sono concordi con questa visione. Giovanni De Mauro, direttore del settimanale Internazionale, ha espresso il suo ottimismo, riprendendo le parole di  Slavoj Žižek, il quale ha condannato “l’ipocrisia dei liberal occidentali … i quali hanno sempre sostenuto la democrazia, ma ora che la gente si rivolta contro i tiranni in nome della libertà e della giustizia, e non in nome della religione, ecco che si preoccupano”. La libertà è prorotta in piazza Tahrir e sulle pagine Twitter degli attivisti egiziani. Wael Ghonim, il blogger diventato l’icona della piazza, ha affidato alla rete il suo messaggio: “Ce l’abbiamo fatta, grazie ai giovani egiziani che sono morti per la libertà”. E’ una nuova alba per il popolo egiziano, non credo vogliano recedere dalle loro conquiste.

giovedì 24 febbraio 2011

La lotta di Gaetano Valentino (affetto da distrofia muscolare) per il riconoscimento dei suoi diritti


Sono ormai anni che Gaetano Valentino deve lottare con un muro di gomma e indifferenza per vedersi riconosciuti diritti sacrosanti in un Paese civile. Nella cronaca di Latina Oggi (24 febbraio) tutta la disillusione di Gaetano, che, comunque, continua la sua battaglia, per sè e per gli altri disabili gravi.

Presentazione Primo Sangue di Aldo Pecora (ammazzateci tutt) / Rassegna Stampa

L'articolo relativo alla presentazione di Primo Sangue di Aldo Pecora (Ammazzateci tutti). Nel servizio curato da Aldo Pagano (Latina Oggi 20 febbraio) la cronaca dell'evento voluto dalla redazione di Wow, Ite Gaetano Filangieri e Rete degli Studenti Formia.

sabato 19 febbraio 2011

Presentazione Primo Sangue a Formia / Rassegna Stampa

Il servizio curato da Latina Oggi, nell'edizione del 18 febbraio, relativo alla presentazione di Primo Sangue di Aldo Pecora (Ammazzateci tutti) e Rosanna Scopelliti (fondazione Scopelliti)

giovedì 17 febbraio 2011

Sabato al Filangieri di Formia la presentazione di Primo Sangue di Aldo Pecora (Ammazzateci tutti)

Sarà presentato a Formia, sabato 19 febbraio, alle 16, presso l’Itc Gaetano Filangieri, il libro “Primo Sangue” di Aldo Pecora, giovane presidente e portavoce del movimento antimafia Adesso Ammazzateci Tutti, sodalizio che nasce in Calabria nel 2005, come moto spontaneo dei giovani contro la presenza ‘ndranghetista nella propria regione. Primo Sangue è la cronaca di una morte annunciata, l’analisi dei fatti che portarono all’omicidio del giudice Antonino Scopelliti, chiamato a sostenere la pubblica accusa nell’ultimo grado del maxiprocesso contro Cosa Nostra. Attraverso i pensieri, i ricordi e le emozioni di Rosanna Scopelliti, il giovane autore Aldo Pecora, ricostruisce gli scenari del primo delitto di mafia della stagione ’92 – ’93, quello che preluderà alle stragi di Capaci e via D’Amelio. Un omicidio di ‘ndrangheta, secondo l’autore, la quale presta così un favore ai “cugini” di Cosa Nostra. Antonino Scopelliti è reo solo di essere un onesto servitore dello Stato e di non aver accettato la proposta di Cosa Nostra: richiesta in Cassazione di pene più lievi in cambio di 5 miliardi di lire. Scopelliti non cede, è un uomo serio e coerente, per questo paga con la vita. Un evento, fortemente voluto da Wow rivista di cultura, (in)formazione e antimafia del Lazio meridionale, la Rete degli Studenti medi di Formia, e dall’Itc Gaetano Filangieri di Formia, al quale tutti i cittadini sono invitati a partecipare. Saranno presenti, oltre all’autore del libro, Rosanna Scopelliti, presidente della fondazione Antonino Scopelliti, Antonio Iafano, membro di Ammazzateci Tutti, Raffaele Vallefuoco, responsabile Lazio della Fondazione Antonino Caponnetto, Gennaro Ciaramella per la Rete degli Studenti.

mercoledì 16 febbraio 2011

Celebrazioni del 150° dell'Unità, richiesta al sindaco

di Augusto Ciccolella, consigliere comunale di Formia

Con la presente il sottoscritto consigliere comunale Augusto Ciccolella chiede alle signorie vostre se sono allo studio iniziative per celebrare degnamente il 17 marzo giorno dell’Unita D’Italia. Sottolineo che quando parlo di iniziative non mi riferisco a manifestazioni istituzionali che già ci sono state e che hanno visto il loro apice nell’incontro con i Granatieri di Sardegna in Piazza Risorgimento e ben concluse con il bellissimo concerto della Banda dei Carabinieri. Quando parlo di iniziative mi riferisco ad un coinvolgimento delle scolaresche a partire dalle classi elementari che devono imparare tutto e scoprire piano piano come si è formato il loro Paese, la loro Patria ed inculcargli nella mente che c’è un’Italia che ci appartiene,ricca di tante storie e non di una sola in quanto più volte ha dovuto ricostruirsi fin dalle fondamenta riuscendo sempre a tenere alto il proprio orgoglio. Grazie proprio all’unità della nazione che essa non è stata succube di tiranni ne di invasori e tantomeno di alcune forze politiche che vogliono sminuire questi valori. È importante far partecipare anche le scuole medie e superiori alle attività in quanto se alle scuole medie troviamo fanciulli che si stanno affacciando ad una tipologia di studio diversa e si devono ancora formare, nelle scuole superiori troviamo giovanotti quasi del tutto formati nella loro identità e che ..in particolar modo a noi della politica guardano con occhio molto ma molto critico,a causa del futuro incerto che vedono all’orizzonte (che noi gli stiamo costruendo) o forse a causa dell’imbarazzante clima politico che si respira di questi tempi dove sembra che il potere non sta nelle capacità di uomini e donne ma nelle performance dei loro organi sessuali. Chiedo ancora che sia coinvolto nelle celebrazioni il Prof. Michele Maddalena nostro illustre concittadino che più di ogni altro ha saputo mettere in evidenza queste problematiche e l’amore alla Patria con marce della Pace che hanno toccato negli anni i luoghi più significativi che hanno segnato la storia D’Italia. Il Prof. Maddalena fresco reduce di una apparizione ad Uno Mattina proprio come riconoscimento alla sua ultima marcia che celebra l’Unità D’Italia è stato sempre tenuto ai margini di tutte le manifestazioni celebrative sia da questa amministrazione presieduta dal Sen. Michele Forte che in quelle passate presiedute dal Dott. Sandro Bartolomeo. Mi chiedo quale sia il motivo di questo ostracismo nei confronti del nostro illustre concittadino e se non sia il caso di fruire delle sue esperienze facendogli tenere delle lezioni nelle scuole pubbliche e private anziché estraniarlo da esse. In ultimo ma non meno importante ed inerente all’argomento chiedo che siano ripristinati i fondi per l’archivio storico che da due anni è impossibilitato a proseguire i progetti avviati proprio con le scuole, progetti che hanno coinvolto con entusiasmo gli alunni ed i loro genitori e che meritano di avere continuità.

Presentazione del libro Primo Sangue di Aldo Pecora (Ammazzateci Tutti) sabato al Filangieri di Formia alle 16

Sarà presentato a Formia, sabato 19 febbraio, alle 16, presso l’Itc Gaetano Filangieri, il libro “Primo Sangue” di Aldo Pecora, giovane presidente e portavoce del movimento antimafia Adesso Ammazzateci Tutti, sodalizio che nasce in Calabria nel 2005, come moto spontaneo dei giovani contro la presenza ‘ndranghetista nella propria regione. Primo Sangue è un libro che ricostruisce l’assassinio del magistrato Antonino Scopelliti, ucciso dalla ‘ndrangheta per essersi assunto il compito di rappresentare la pubblica accusa nel terzo grado del maxiprocesso contro Cosa Nostra. Saranno presenti, oltre all’autore del libro, anche Rosanna Scopelliti, presidente della fondazione Antonino Scopelliti, Antonio Iafano, membro di Ammazzateci Tutti, Raffaele Vallefuoco, responsabile Lazio della Fondazione Antonino Caponnetto, Gennaro Ciaramella per la Rete degli Studenti.

domenica 13 febbraio 2011

Le promesse non mantenute e i nuovi disagi per i residenti di via San Giulio - via Palazzo

Il tratto di strada interdetto dall'amministrazione comunale
Del direttivo del circolo 2 del Pd di Formia

Un’altra decisione a senso unico per l’amministrazione comunale di Formia. Da giorni, infatti, risulta interdetto l’accesso alla variante dell’Appia da via Palazzo – San Giulio. Una decisione che ha scatenato l’ira dei residenti. Ma andiamo per gradi. Gli attuali amministratori di Formia, quando erano all’opposizione, lanciavano fulmini e saette contro il “mostro Bartolomeo” che aggrediva i formiani con gli Autovelox. Promisero più volte che avrebbero eliminato quella che consideravano una tassa occulta, che gravava sulle spalle dei cittadini. Dichiarazioni che erano un tutt’uno con la chimera della riduzione dell’abbonamento sui parcheggi. Queste promesse fatte ai cittadini non sono state mantenute. Anzi, appena eletti, glia amministratori comunali hanno deciso di aumentare gli autovelox: due nuovi sull’Appia nelle vicinanze della Tomba di Cicerone. Macchinette che hanno martorizzato centinaia di cittadini, soprattutto di Formia, Gaeta e di Itri. Tornando all’oggi, quindi, il nuovo Codice della Strada impone regole ben precise riguardo gli autovelox ed è proprio in virtù di tali regole che quello posto nei pressi di via Olivastro Spaventola doveva essere rimosso. Perché? Il Cds impone un chilometro di tratto viario senza interruzioni per la posizione dei rilevatori della velocità. Per l’autovelox variante dell’Appia – svincolo con via Olivastro Spaventola non ci siamo. E allora che si fa? Invece di togliere l’autovelox, l’amministrazione ha optato per l’inaccessibilità sulla variante dell’Appia da via Palazzo – via San Giulio, con buona pace di automobilisti e cittadini (PER I QUALI NE HA CHIUSO L’ACCESSO). Pochi giorni sono bastati per mettere in evidenza i disagi patiti dai residenti a seguito della decisione dell’amministrazione comunale. Ma non è solo questione di disagi. I commercianti interessati dall’interdizione dell’area evidenziano oltre alla riduzione di clientela, anche un deficit sicurezza: difatti, a partire dalle 17 l’area è totalmente isolata, con la riduzione del traffico veicolare. In sintesi tale chiusura penalizza interi quartieri, i cui residenti devono scegliere un percorso alternativo che può individuarsi in due soluzioni: la percorrenza della strettissima stradina interna con attraversamento del ponticello che sovrasta i binari della ferrovia o l’immissione sull’Appia con comprensibile incremento del traffico alla Rotonda dei Carabinieri.
Insomma ci è difficile comprendere la ragione di questa scelta se non con la volontà di lasciare attivo l’autovelox per continuare a fare cassa e salvaguardare di conseguenza le entrate del bilancio. A questo punto ci siamo posti i seguenti dubbi:
- Perché i cittadini devono sopportare questo disagio?
- Perché gli attuali amministratori non mantengono gli impegni e le promesse?
- Perché ricorrere ancora ai guadagni derivanti dalle multe per far quadrare il bilancio?
- E se non hanno soldi perché continuano a spendere centinaia di migliaia di euro per prorogare le convenzioni a dirigenti che peraltro già lavoravano presso altri comuni?
- I dirigenti che ricoprono questi ruoli sono proprio indispensabili?
 Il Circolo 2 del Partito Democratico di Formia manifesta la sua piena disapprovazione per la scelta operata dall’amministrazione comunale di chiudere l’accesso da Via Palazzo alla Variante dell’Appia e appoggia in pieno la protesta e la lotta dei cittadini del quartiere contro tale provvedimento richiedendone con urgenza la revoca all’amministrazione.

venerdì 11 febbraio 2011

Un Confronto programmatico - le soluzioni per il rilancio economico e turistico partono dall’analisi delle priorità per Minturno

La Lista Civica di centro destra “Volare”  incontra i sostenitori, i simpatizzanti e i cittadini tutti, per un’attenta analisi politica dal 12 Aprile 2010 ad oggi, e per un confronto costruttivo volto a definire quale sarà la linea politica da seguire in futuro, soprattutto a seguito degli ultimi accadimenti politici con le dimissioni del consigliere Maurizio Faticoni e la formazione del Gruppo consiliare più giovane dell’assise minturnese, quello appunto della Lista Civica “Volare” formato da Giuseppe Tomao e Luca Salvatore. L’incontro si terrà Domenica 13 febbraio presso Villa Eleonora sul lungomare di Scauri alle 10:30. Il Capogruppo Giuseppe Tomao dichiara: apriremo un confronto programmatico con tutte le forze politiche, con la speranza di individuare le soluzioni migliori per il rilancio economico e turistico del nostro territorio. Diamo così seguito alla nostra scelta responsabile, anche con l’obiettivo di costruire insieme un percorso trasparente e definire le priorità del nostro paese per le quali avanzare proposte fattive.

giovedì 10 febbraio 2011

Realizzazione nuovo stadio: intervento rispetta cronoprogramma

L'assessore Cardillo Cupo
" I lavori di realizzazione del nuovo stadio a Maranola procedono a ritmo serrato rispettando i tempi del cronoprogramma". Lo dichiara l'assessore allo sport avv. Pasquale Cardillo Cupo, intervenuto nei giorni scorsi in commissione sport per fare il punto sull'andamento dell'intervento. Nel corso della seduta - presieduta dal consigliere Antonio Miele - si è preso atto dello stato d'avanzamento dell'opera che dovrebbe essere ultimata e consegnata entro il mese di giugno. " Per l'inizio della nuova stagione agonistica l'impianto sarà funzionale a tutti gli effetti . A Maranola - spiega l'assessore - stiamo realizzando un campo di calcio omologabile a livello di Serie A, con un terreno di gioco dotato di manto di erba sintetica in fibra vegetale. L'intervento interessa anche l'area spogliatoi, l'ampliamento della tribuna centrale dove sarà realizzato un punto stampa e la costruzione delle curve, il tutto per una capienza di circa 5 mila persone. Il progetto prevede un efficiente impianto di illuminazione con una torretta-faro, mentre l'esterno dello stadio sarà dotato di un ampia area parcheggi. L'impianto centrale - precisa Cardillo Cupo - si avvarrà anche di 2 campetti di calcetto polifunzionali. L'opera progettata dall'arch. Carlo Farroni e affidata alla ditta Fasolino di Salerno.

Relazione secondo congresso del Partito Democratico di Formia

La coordinatrice Ada Filosa
Care compagne e compagni,
questo secondo Congresso del Partito Democratico di Formia si svolge non solo per adempiere ad un dovere statutario ma soprattutto per fare un’analisi interna al Partito stesso in termini di struttura, rapporti, progettualità, operato e per discutere le linee programmatiche da svilupparsi per il prossimo futuro, in modo da poter definire un piano di interventi che diano una risposta chiara e concreta ai reali problemi della nostra città.

Il Partito in questi due anni ha avuto un percorso complesso e, per molti aspetti, particolarmente difficile. Dopo le votazioni amministrative del  2008 il  Partito è impegnato nell’analisi delle ragioni che hanno determinato il mancato successo elettorale: le scelte dei candidati,le alleanze,la conduzione della campagna elettorale, le responsabilità di cosa,di chi.
In realtà è doloroso accettare il fatto che, per una manciata di voti, si consegna di nuovo la città nelle mani di Michele Forte. Dicevamo,infatti, nella campagna elettorale, che Formia sarebbe tornata indietro di venti anni e così è.
Il coordinatore cittadino Nicola Magliozzi si dimette e, nella mancanza di un collegamento, le divergenze dei tre circoli si rimarcano. Bisogna comunque raddrizzare la schiena e andare avanti.
Intanto i consiglieri comunali Erasmo Merenna(eletto come indipendente nella lista del PD) e Giuseppe Masiello(aderente al PD)abbandonano il gruppo del Partito per formarne uno nuovo senza discutere le ragioni della loro decisione con il gruppo consiliare o con gli Organismi dirigenti del Partito. Questa defezione e la mancanza di collegamento dei consiglieri Sandro Zangrillo e Pietro Filosa al gruppo consiliare e al partito di Formia creano disagio e sconcerto. Ma il Partito non cede, c’è chi si rimbocca le maniche e va avanti. Si organizza la festa  e, a settembre,  nella villa comunale, la presenza di Walter Veltroni appassiona la folla. Si torna a discutere dei problemi del paese e della città.
A dicembre del 2008 sono eletta coordinatrice cittadina. Mi assumo l’impegno della crescita del partito sul territorio e mi propongo di creare maggiore unità al suo interno. Sapevo che raggiungere questo obiettivo non sarebbe stato facile perché i tre circoli, pur avendo una visione unitaria sui principi fondamentali del Partito, presentano differenti anime ed espressioni.
 Da una parte il Partito ragiona sull’opportunità di avere una sede unica  per facilitare la vita di relazione e lo svolgimento delle attività, dall’altra si valuta il vantaggio di avere una presenza plurima sul territorio per creare un più esteso radicamento. E proprio per questo scopo avviene, in seguito, il trasferimento del circolo 2 da via Ferrucci alla zona di S. Pietro dove si ritiene che sia necessario costruire ascolto e vicinanza alle persone.
Il Partito si organizza al suo interno eleggendo un direttivo formato da più componenti dei tre circoli e i consiglieri comunali, con la funzione di intermediare fra Coordinamento cittadino e Direttivi di circolo,  per programmare e svolgere un piano condiviso di lavoro. Questo organismo in realtà non produce i risultati sperati a causa dei contrasti derivati tra le forti individualità al suo interno.
 Il coordinatore del circolo 2, Vito Speziale, che propende per una politica di pacifica condivisione, si dimette e il suo successore pro tempore Antonio Ferraro inasprisce ancor più lo scontro quando un acceso dibattito si apre sulla suddivisione della territorialità che il circolo 3 considera punto nodale. A suo giudizio è necessario dare un riequilibrio territoriale ai tre circoli affinché abbiano pari opportunità di successo politico. In sostanza questo problema, che suscita scontri i cui toni spesso sono inaccettabili, non si è risolto pur essendoci appellati alla segreteria provinciale.
 Intanto ha determinato una seria difficoltà di organizzazione interna e una dispersione notevole di tempo e di energie.
Tuttavia il percorso del Partito prosegue attraverso azioni mirate a far fronte all’ inettitudine dell’amministrazione Forte, con la consapevolezza che alla città non serve un partito che apre i suoi circoli solo per le scadenze elettorali o che pensi di crescere attraverso le ambizioni personali. Pertanto  Il Partito si adopera a realizzare un piano di lavoro, di iniziative e manifestazioni con chi vuole lavorare.
Sandro Bartolomeo e Luigi De Santis, soli consiglieri presenti alle riunioni del Partito,tengono testa, nei consigli comunali, all’irresponsabilità della politica di una giunta di destra del tutto assente davanti ai problemi della gente.
Eppure il Partito deve sopportare i ripetuti attacchi di un sindaco che, colpendo nel gruppo e insinuando azioni illegittime, intende costruire nella città un’ immagine fosca e discutibile della precedente amministrazione; vuole deviare l’attenzione dei cittadini dai reali problemi di Formia e prendere tempo.Sono i giorni in cui Formia è nel pieno caos di tutte le strade bloccate ed economicamente danneggiata durante la riparazione del ponte sulla via litoranea a causa di una politica disattenta e sorda ad ogni appello, che avrebbe dovuto provvedere, prima di  iniziare i lavori, a realizzare i possibili interventi  per migliorare la viabilità attraverso opportuni collegamenti già predisposti dall’amministrazione Bartolomeo.
Il Partito democratico risponde in modo determinato alle insinuazioni e presenta i suoi principi e i suoi valori anche con le conferenze sul tema “Sicurezza e legalità” perché nasca a Formia l’Osservatorio tecnico scientifico sulla sicurezza in difesa della legalità e per il recupero dell’economia e della democrazia.
In proposito si  svolge, nella festa di settembre 2010, l’incontro “Informazione e legalità” con Concita De Gregorio, Luca Landò, Lorenzo Diana.
Il Partito, in questi due anni, ha fatto ciò che le sue possibilità gli hanno permesso di  fare. Si è aperto alle altre forze di opposizione e, in più occasioni, ha operato con esse. E’ stato nelle piazze per impedire la vendita del Seven Up e dell’ex Colonia Di Donato; ha incontrato i cittadini di Gianola,di Castellone; ha ascoltato le loro preoccupazioni e le loro paure e perciò ha raccolto le firme per il referendum cittadino, alleandosi con le altre forze di sinistra.
 Ha fatto battaglia contro l’arroganza dell’amministrazione Forte  per la chiusura dei due teatri pubblici e delle sale comunali. Ha denunciato questo attacco alla democrazia perché nega alle scuole  e ai giovani importanti occasioni di crescere attraverso il teatro e perché M. Forte, imponendo una tariffa per usufruire degli spazi pubblici,  ostacola iniziative d’incontri culturali e politici in contrasto con la propria politica.
Il Partito democratico di Formia si è impegnato per i cittadini. Ha raccolto firme per la difesa dell’acqua pubblica assieme ad altri  partiti. Ha realizzato incontri e dibattiti perché sia garantito a tutti il diritto all’istruzione.
Ha dato il suo apporto al Coordinamento del Sud pontino lavorando su alcune delle principali  tematiche del nostro territorio. Ha raccolto firme che hanno permesso di ottenere la dichiarazione di Area sensibile del Golfo di Gaeta. Ha svolto un confronto di zona per  la riorganizzazione della rete ospedaliera del territorio e la realizzazione del nuovo ospedale del Golfo.
Alla politica dei tatticismi ha fatto prevalere quella della pratica di iniziative di senso, organizzando spesso anche incontri e conferenze su temi culturali e di attualità, che avessero il fine di sollecitare la partecipazione e la riflessione sui valori democratici.
Se si considera che in questi due anni il Partito è stato chiamato ripetutamente all’impegno delle elezioni ( delle primarie per eleggere il segretario nazionale e regionale, per il Consiglio provinciale, poi le tornate congressuali per l’elezione del nuovo segretario provinciale e i delegati dell’assemblea della federazione di Latina, dei coordinamenti dei circoli e dei relativi direttivi) possiamo affermare che il percorso è complessivamente positivo.
Molto c’è ancora da fare sulla realtà locale, considerate le gravi emergenze soprattutto nel campo delle politiche sociali e del lavoro in un periodo in cui è insostenibile il peso della crisi economica. E’ vero che l’intero pianeta sta vivendo i problemi derivati dal nefasto processo di una ottusa globalizzazione liberista, ma è la nostra nazione, in particolare, che vive le pesanti conseguenze dell’irresponsabilità di un governo di destra e di un Presidente del Consiglio corrotto e corruttore che agisce ai limiti della follia.
In una situazione divenuta insostenibile soprattutto per le nuove generazioni, che vivono oggi i disastrosi effetti del precariato e di una crescente disoccupazione, si nega ai giovani ogni progetto di futuro. I nostri figli sono sfiduciati, quelli disoccupati o inoccupati sono umiliati e offesi nella propria dignità. Il nostro Partito non può permettere che si dimentichi il valore del primo art. della Costituzione e che si calpestino le Istituzioni della nostra Nazione.
Auspico pertanto che il Partito Democratico si comporti come una grande famiglia in cui tutti siano impegnati a superare gli ostacoli e i contrasti interni per permettere ai propri figli di avanzare nel rispetto dei principi democratici. Per questo abbiamo messo alla base del nostro messaggio le parole: SALUTE LAVORO ISTRUZIONE.
Ada Filosa,
coordinatrice dei circoli del Pd

Il programma Antimafia del Partito Democratico

Un momento di aggregazione per i sostenitori del Pd
INTRODUZIONE

Per il Partito Democratico la lotta per la legalità e contro le mafie è una priorità.

Dobbiamo sconfiggere le mafie per salvaguardare la nostra democrazia, la nostra economia, la nostra società. L’esistenza di strutture mafiose costituisce un grave problema per il nostro Paese. Pesano sullo sviluppo economico, gravano sulle prospettive della società ed indeboliscono la democrazia.

La presenza delle mafie è uno dei sintomi della debolezza storica dello Stato italiano. Le mafie sono riuscite a porsi come elemento di destabilizzazione in momenti cruciali della storia del nostro Paese, peggiorando la condizione di fragilità delle nostre istituzioni e riuscendo a giocare il ruolo di soggetto della politica.

Il Partito Democratico è convinto che sconfiggere le mafie sia possibile. Sconfiggere le mafie significa garantire al nostro Paese prospettive migliori, soprattutto al Sud ma non solo. Sconfiggere le mafie è indispensabile per promuovere uno sviluppo socio-economico dell’Italia più giusto.

L’era berlusconiana si è contraddistinta per un continuo declino della cultura della legalità. Il Partito Democratico sa che la lotta alle mafie può avere successo solamente nella misura in cui si coinvolgono tutti i livelli e tutti i settori della società. Per questo il programma antimafia del Partito Democratico propone misure in sinergia tra di loro che contrastino le mafie oltre che a livello repressivo anche a livello economico, a livello politico e a livello socio-culturale, in Italia ma anche a livello internazionale.

Il Partito Democratico intende dare un contributo determinante nello sconfiggere le mafie e nell´imporre una cultura della legalità, ben sapendo che solo così il nostro Paese avrà le basi per crearsi un futuro migliore.


MAFIA E ECONOMIA

Il potere delle mafie si basa in gran parte sul suo potere economico. Solo attaccando questo potere si può indebolire la criminalità organizzata.

Il Partito Democratico ha presente che la criminalità organizzata si è modernizzata. I mafiosi non portano più coppola e fucile, bensí sempre piú frequentemente giacca, cravatta e computer portatile.

Autorevole conferma di questo processo emerge dall’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia (Dia), trasmessa a Governo e Parlamento nel novembre scorso, in cui si dà conto dell’espansione mafiosa nel Nord del Paese. Al punto da far temere infiltrazioni della 'ndrangheta nei cantieri che si apriranno per l'Expo 2015.
Proprio in Lombardia, il condizionamento ambientale è giunto ad un livello tale da avere determinato una «partecipazione ormai pacificamente accettata di società riconducibili ai cartelli calabresi a determinati segmenti, in espansione, del settore edile, sia pubblico che privato». Di più, emerge il rischio dell'acquiescenza da parte di una fetta dell'imprenditoria. «Nel nord e soprattutto in Lombardia – si legge nel rapporto – c'è una costante e progressiva evoluzione della 'ndrangheta che, ormai radicata da tempo su quei territori, interagisce con gli ambienti imprenditoriali lombardi».

Ci sono realtá del nostro Paese nelle quali le mafie sono riuscite ad infiltrarsi nel tessuto dell´economia legale. Questo inquina l’economia territoriale e procura gravi danni per gli imprenditori onesti. Perché là dove la ricchezza mafiosa determina affari e distribuisce lavoro si riduce drammaticamente lo spazio per un´economia sana, competitiva e prosperosa.

Per il Partito Democratico contrastare le mafie al Sud significa anche creare le basi per un’economia legale e florida nel Mezzogiorno.

Investire risorse al Sud

Nell’era berlusconiana il Sud, rispetto al resto del Paese, si è ulteriormente impoverito. Invece di rafforzare l’economia pulita nel Mezzogiorno e garantirgli risorse, il Governo Berlusconi ha tolto importanti finanziamenti, depauperando i fondi europei destinati al Sud Italia. Soldi tolti all’economia del Mezzogiorno che sono stati usati per tappare i buchi del bilancio dello Stato e per finanziare certi regali elettorali come le mancate entrate dell´ICI.

Il Partito Democratico invece è convinto che tutta l’Italia stia meglio se il Mezzogiorno sta bene. Una delle misure più urgenti che ci impegniamo a garantire è il totale ricorso e un serio utilizzo dei fondi europei FAS per creare infrastrutture efficienti e funzionali alla mobilità dei cittadini e al pieno sviluppo dei poli economici e produttivi esistenti (ad esempio vanno create le infrastrutture di supporto che consentano il pieno utilizzo del porto di Gioia Tauro). Vanno inoltre stanziate risorse pubbliche aggiuntive che aiutino le aziende sane a crescere e a creare occasioni di lavoro regolari, favorendo quei settori solitamente monopolizzati dalla criminalità organizzata.

Garantire appalti puliti

Le mafie sono riuscite ad infiltrarsi in diversi settori dell’economia. Soprattutto gli appalti pubblici fanno gola alla criminalità organizzata, al Sud come al Nord. Per questo è necessario attuare misure ed inserire strumenti che garantiscano il corretto uso delle risorse pubbliche. 

Uno dei principali problemi consiste nel fatto che finora il sistema degli appalti pubblici è molto difficile da monitorare. Esistono migliaia di istituti in Italia che possono assegnare risorse pubbliche tramite appalti. Questa eccessiva frammentazione rende di fatto impossibile controllare che i soldi pubblici vengano spesi ed utilizzati correttamente.

Il Partito Democratico è convinto che la vigilanza sulla gestione degli appalti è fondamentale per fermare ogni tentativo di infiltrazione mafiosa negli appalti. Proponiamo di ridurre drasticamente il numero delle stazioni appaltanti. Bisogna concentrare le concessioni di appalti a livello di una stazione unica appaltante provinciale, eliminando la miriade di enti che oggi a livello locale possono concedere fondi pubblici. Questo consente di rendere i controlli più efficaci e tempestivi.

Inoltre va garantita la trasparenza delle procedure di investimento pubblico così da consentire l´affermazione di imprese sane. A questo proposito bisogna istituire presso le prefetture un elenco delle società di fornitura a cui potere ricorrere per i subappalti. E´ proprio a livello di subappalti che spesso le aziende mafiose riescono ad intrufolarsi. Gli elenchi devono potere essere in rete, in modo da agevolare gli scambi di informazioni a livello nazionale ed eventualmente anche internazionale.
E´ evidente a tutti che la certificazione antimafia ormai è uno strumento debole, facilmente aggirabile ed anche di sempre più difficile applicazione. Per questo bisogna realizzare una vera banca dati unica delle informative antimafia, accessibile alla Direzione Nazionale Antimafia. Inoltre bisogna attuare realmente le “whyte list”, seguendo le indicazioni date dall´ANCE e realizzando presso le Prefetture degli elenchi di societá da utilizzare per la fornitura di noli e di materiali.

E’ indispensabile incrementare l’utilizzo delle ispezioni di squadre miste di forze di polizia ed ispettori del lavoro per la verifica dell'applicazione di tutte le norme all'interno del cantiere. Al pari dell’utilizzo del giornale elettronico di cantiere, grazie a cui si dispone in tempo reale dell’anagrafe dei lavoratori impiegati, potendo individuare facilmente presenze estranee o lavoratori non in regola, e mezzi all'opera, così da evitare che ditte mafiose sostituiscano di fatto le ditte appaltatrici o subappaltatrici.

Va finalmente data applicazione alla legge 310/93 che obbliga a comunicare alle questure tutti i trasferimenti di proprietà e di cambio di gestione. Affinché questo avvenga va realizzato un data base a livello provinciale che raccolga tutti i trasferimenti di proprietà e di gestione di terreni e servizi commerciali.

Inoltre è necessario estendere la normativa antimafia, prevista per gli enti pubblici, anche ai privati che utilizzino finanziamenti pubblici.

Confiscare i beni mafiosi

Per colpire le mafie é necessario un effettivo attacco ai patrimoni criminali. Togliere i beni ai mafiosi è fondamentale per contrastare il loro potere economico. Il Partito Democratico si adopera in modo che questi beni, rubati dalla mafia alla comunità, vengano restituiti in toto e al più presto alla comunità e vengano messi a disposizione di enti locali e cooperative per consentirne l´uso sociale.

Il Governo Berlusconi invece, per fare cassa, ha introdotto la vendita dei beni confiscati con il rischio che le mafie ricomprino immobili o aziende attraverso dei prestanomi. Il Partito Democratico si è battuto in Parlamento ed è riuscito a limitare la vendita dei beni confiscati a casi estremi e solo a prezzo di mercato. Anche per il futuro intendiamo impegnarci affinché associazioni della società civile possano essere sostenute nella gestione di progetti sociali sui beni confiscati alle mafie. Vanno favorite le iniziative volte al riutilizzo sociale dei beni, così da fare percepire ai cittadini sul territorio che lo Stato e la legalità sono in grado di vincere, a beneficio dell´intera collettività.

I mafiosi cercano di sottrarsi alla confisca dei beni ricorrendo ad ogni trucco. Il Partito Democratico intende responsabilizzare tutti gli attori politici e economici. A livello nazionale vanno coinvolti gli istituti di credito affinché vigilino maggiormente sulla strumentale apertura di ipoteche sugli immobili, da parte di esponenti mafiosi, con l´unico obiettivo di impedire l´utilizzazione sociale dei beni in caso di confisca. Allo stesso tempo va richiesta una collaborazione degli istituti bancari nel superare tutta quella serie di gravami ipotecari che pesano su numerosi beni confiscati, al fine di consentirne finalmente la gestione a fini sociali.

Con le nuove norme approvate in questi anni, grazie al contributo decisivo dei parlamentari del PD, è stata istituita l´Agenzia dei beni confiscati. Il suo funzionamento va perfezionato onde favorire la massima trasparenza dell´iter relativo ai singoli beni e consentire una veloce assegnazione dei beni confiscati, siano essi immobili od aziende.

Le imprese devono essere affidate a soggetti dotati di specifiche competenze e professionalità, prevedendo l’istituzione di un albo di manager di comprovata esperienza da impiegare nella fase di start up aziendale e la costituzione di un Fondo speciale per il sostegno all’innovazione del ciclo produttivo ed alla promozione e commercializzazione dei prodotti.

Contrastare il riciclaggio

Le mafie diventano una minaccia per l’economia pulita quando riescono a trasformare i loro guadagni miliardari, frutto degli affari criminali, in soldi puliti. Contrastare l’espansione delle mafie nell’economia legale significa in primo luogo contrastare il riciclaggio.

Da parte dei Governi Berlusconi non c’è stato nessun impegno in questo senso. Anzi con lo scudo fiscale ha permesso ai mafiosi che avevano riciclato all´estero per sottrarsi alla legislazione italiana, di riportare i loro capitali in Italia, trasformandoli in soldi puliti. Con lo scudo fiscale è stato fatto un enorme regalo alle mafie, costantemente alla ricerca di nuovi canali di riciclaggio.

ll Partito Democratico è convinto che per colpire il potere delle mafie bisogna colpire il riciclaggio, nazionale ed internazionale, e le operazioni finanziarie ed economiche nelle mani della criminalità organizzata. Va introdotta la possibilità di ricorrere a banche dati e di incrociare elementi sospetti per monitorare determinati settori produttivi, soprattutto quelli particolarmente a rischio infiltrazioni. Va autorizzato alle procure l’accesso diretto per via telematica all’anagrafe dei conti e dei depositi bancari. Questo può aiutare a contrastare la crescente tendenza delle mafie ad usare operazioni virtuali e investimenti online per il riciclaggio.

Contro le manovre finanziarie delle mafia va introdotto un monitoraggio della circolazione di capitali. Oggi grandi operazioni di riciclaggio vengono effettuate da intermediari finanziari sempre più piccoli e per questo fuori dai soliti strumenti di controllo. Per questo il Partito Democratico ritiene necessario istituire un albo degli intermediari finanziari. La creazione di un albo istituzionale che tenga costantemente aggiornato l´elenco degli operatori economici e finanziari e la cui iscrizione sia vincolata al possesso di determinati requisiti, può rappresentare un primo filtro di garanzia contro infiltrazioni della criminalità organizzata.

Il riciclaggio di soldi mafiosi viene agevolato anche da gravi lacune nella nostra legislazione. L’Italia è l’unico Paese europeo a non prevedere il reato di autoriciclaggio; dunque chi reinveste in proprio il denaro ricavato da attività illecite non può essere punito per questa specifica condotta. Colmare questo ritardo è indispensabile ad organizzare una seria ed articolata attività di contrasto all’inquinamento mafioso dell’economia.

Ecomafie

Le mafie guadagnano miliardi anche dai rifiuti e dalla distruzione dell’ambiente. Il volume d’affari che gravita attorno alle ecomafie viene stimato da Legambiente oltre i venti miliardi di euro. La gestione e lo smaltimento dei rifiuti è uno dei settori più lucrativi.

Dai Governi Berlusconi questo problema è stato completamente ignorato. Il contrasto alle ecomafie da anni è fermo.

Le ecomafie stanno arricchendosi anche perché trovano pochi ostacoli giuridici.
Il Partito Democratico propone di inserire finalmente nel nostro codice penale, in sintonia con altri paesi europei, l´esistenza di reati ambientali e severe sanzioni che fungano da deterrente.

Il Partito Democratico è fortemente convinto della necessità della difesa dell´ambiente. Mentre Berlusconi è passato da un condono all´altro, il Partito Democratico vuole invece una decisa repressione dell´abusivismo edilizio e delle ecomafie, soprattutto in aree soggette a vincoli di tutela.


MAFIA E POLITICA

Per il Partito Democratico una delle principali priorità nella lotta alla criminalità organizzata è il contrasto al nodo mafia e politica.

Le mafie hanno assunto un protagonismo politico diretto: uomini delle cosche sono candidati ed eletti, lavorano al fianco dei rappresentanti istituzionali, occupano ruoli dirigenziali nelle pubbliche amministrazioni. Ciò contribuisce a spiegare l’incremento degli omicidi, degli attentati e delle intimidazioni nei confronti dei rappresentanti istituzionali onesti e decisi ad affermare la legalità e il governo democratico del territorio. Su questo fronte, anche il PD ha pagato il proprio contributo di sangue con l’assassinio di Franco Fortugno, il 16 ottobre 2005, e di Angelo Vassallo, il 5 settembre 2010, uccisi perché considerati d'intralcio a progetti criminali nei loro territori.

Una politica pulita è fondamentale per la democrazia. La lotta alla criminalità organizzata è una farsa se si chiudono gli occhi davanti alle responsabilità politiche. Per questo la politica, su tutti i livelli, ha l’obbligo di fare di tutto per sbarrare in modo efficace il tentativo delle mafie di infiltrarsi nelle istituzioni o/e di influenzare le istituzioni. 

Fuori dal Parlamento chi ha legami con le mafie

Chiunque abbia legami con le mafie non può rappresentare il popolo, non può avere né un mandato a livello locale né tantomeno a livello nazionale. Questa regola, che dovrebbe essere ovvia, va finalmente imposta ed attuata per legge. Per questo il Partito Democratico si impegna ad introdurre la norma secondo la quale un parlamentare così come un consigliere comunale, provinciale e regionale perde automaticamente il suo mandato in caso di condanna definitiva per delitti di mafia. La stessa linea deve valere per le candidature. Chi ha legami con le mafie non può essere presente sulle liste elettorali.

Sono gli stessi partiti che hanno l’obbligo di affrontare questo problema con serietà, responsabilizzando i propri militanti, affinché non vengano candidati personaggi in odore di mafia. Il Partito Democratico lo sta facendo. Ci siamo dotati di un codice etico che impedisce candidature anche solo sospette. In Commissione Antimafia ci siamo fortemente battuti per la predisposizione di un codice di autoregolamentazione col quale impegnare tutti i partiti a garantire candidature pulite.

Osteggiare il voto di scambio

Il voto di scambio rimane un´arma pericolosa in mano alle mafie. È necessario modificare l'articolo 416 ter del codice penale che persegue il voto di scambio con la mafia. Nella stesura attuale si prevede esclusivamente la punibilità dello scambio voto-denaro; mentre è indispensabile allargare lo spettro a “ogni altra utilità”. Solo così potrà essere contrastata efficacemente la condotta delinquenziale di chi chiede il voto in cambio di concessioni, appalti, varianti ai piani regolatori, autorizzazioni ad avviare attività produttive.

Sciogliere i Comuni infiltrati di mafia

Le mafie si servono della politica per i loro affari. Gli interessi delle mafie si rivolgono in gran parte alle risorse pubbliche assegnate tramite appalti, piccoli o grandi che siano. A livello comunale gli appalti vengono concessi dagli amministratori, cioè dai politici locali. Una delle nuove strategie delle mafie è quella di posizionare i propri uomini nelle amministrazioni comunali, così da gestire in prima persona gli appalti pubblici. Il fenomeno sta numericamente esplodendo, interessando non più solo comuni del Sud Italia, ma sempre di più anche realtà del Nord Italia. Contro questa tendenza, oltre all’introduzione di norme precise sulle candidature, va attuato con fermezza lo strumento dello scioglimento dei Consigli comunali infiltrati dalla mafia.

Il Governo Berlusconi non l’ha fatto e in questo modo ha agevolato la presenza delle mafie nella politica. Da quando è stato emanato il secondo pacchetto sicurezza, in Italia praticamente non vengono più sciolti consigli comunali per mafia. Di fatto regna la totale impunità. Clamoroso è il caso di Fondi in cui la relazione d´accesso del prefetto ha fatto emergere chiare infiltrazioni ´ndranghetiste e il Governo ha impedito lo scioglimento. Così come il Governo Berlusconi non ha inviato le commissioni d´accesso in una serie di comuni lombardi, coinvolti nella mega operazione antindrangheta `Crimine´.

Per contrastare le infiltrazioni mafiose nella politica il Partito Democratico vuole ripristinare la legge sullo scioglimento dei consigli comunali. Visto che le mafie non solo cercano di posizionare la loro gente nei ruoli politici delle istituzioni locali, ma anche negli uffici dell´amministrazione la legge prevederà la possibilità di estendere lo scioglimento anche agli uffici tecnici.


MAFIA E SOCIETÀ

La lotta alla criminalità organizzata non può limitarsi ad essere soltanto repressione. Può avere successo solo se contemporaneamente si porta avanti anche un contrasto culturale alle mafie.

È determinante il ruolo della società civile e di quelle associazioni di categoria che con un importante cambio di rotta hanno trovato il coraggio di denunciare ed espellere infiltrati della criminalità organizzata al loro interno. Va promossa una vera e propria rivoluzione culturale che coinvolga tutti gli strati della società e che metta all´indice la criminalità organizzata. La politica ha un ruolo importante, deve sostenere e promuovere questo processo.

Sono necessarie forti sinergie tra tutti gli attori impegnati quotidianamente contro le mafie: magistratura, forze dell´ordine, istituzioni, società civile, mezzi di comunicazione. Vanno stilati patti territoriali per la legalità che coinvolgano tutte le parti sociali, le associazioni di categoria e della società civile, le forze di rappresentanza, le istanze formative, le autorità civili e religiose e anche i partiti promuovendo progetti ed iniziative concrete per la legalità.

L’antimafia fa scuola e si ricorda

Il primo impegno antimafia parte dal sistema scolastico. È proprio il buon funzionamento del sistema scolastico la prima risposta da dare nei territori del mezzogiorno e non solo, offrendo anche nuove iniziative di formazione. Essenziale è l´estensione del tempo pieno scolastico, soprattutto in zone particolarmente colpite da presenze mafiose.

Per sensibilizzare soprattutto i giovani sul tema della lotta alle mafie bisogna promuovere la crescita dell'educazione alla legalità e alla lotta alla criminalità organizzata, nella scuola e nelle istituzioni, con il coinvolgimento di insegnanti ed educatori; bisogna istituire corsi universitari di storia della mafia e dell’antimafia; bisogna promuovere in ambito locale progetti di promozione della legalità. Il Partito Democratico propone di inserire nel programma di studio di educazione civica a tutti i livelli scolastici lezioni sul valore della legalità e dell’antimafia.

È inoltre necessario tenere continuamente alta l´attenzione sul fenomeno mafioso attraverso la promozione di iniziative, inchieste e convegni nei territori a rischio. Fondamentale è anche il sostegno alle vittime di mafia con la promozione di una legge, che deve essere approvata prevedendo l’equiparazione dei fondi per le vittime della mafia a quelli per le vittime del terrorismo. È nostro impegno prevedere la promozione della giornata nazionale della memoria per le vittime di mafia, partendo dall’approvazione della legge che prevede che il 21 marzo, che da più di dieci anni è la giornata che l’associazione Libera ha dedicato a questo scopo, diventi ufficialmente la Giornata della memoria delle vittime della mafia.

Rafforzare l’antiracket

È necessario rilanciare il ruolo, insostituibile, delle associazioni antiracket. La società civile e gli imprenditori prendono sempre più coscienza del fatto che ribellarsi è possibile. Ma solo con l'aiuto degli altri imprenditori e di chi si è già ribellato con successo questa presa di coscienza si trasformerà in un costante aumento delle denunce.

Bisogna aiutare concretamente la creazione e la crescita delle associazioni antiracket: rendendo più veloce il meccanismo di sostegno a chi denuncia in maniera da consentire alle imprese di restare attive; premiando chi denuncia con sgravi fiscali; reinserendo la possibilità di rivalersi sui beni dei mafiosi in sede processuale (norma cancellata da questo Governo); aiutando la possibilità di autofinanziamento tramite l'accesso a programmi finanziati dall'Unione Europea attraverso i PON sicurezza; favorendo nei territori la crescita di organizzazioni che indirizzino i consumatori verso le aziende che si rifiutano di pagare il pizzo (sul modello di Addio Pizzo).

Sul versante della repressione bisogna dare piena applicazione alla norma che impedisce di partecipare ad appalti pubblici agli imprenditori che non denunciano le richieste estorsive.

Il Pd vuole inoltre una norma che introduca il principio della responsabilità amministrativa dell’azienda per illeciti commessi dal singolo amministratore, socio o dipendente. Una legge che preveda l’applicazione di sanzioni economicamente consistenti e socialmente rilevanti come l´interdizione dall'esercizio dell’attività; la sospensione o la revoca delle autorizzazioni,
l´esclusione da finanziamenti, o contributi.

Combattere l’usura

L’usura è un’attività nella quale ormai i soldi di provenienza mafiosa costituiscono la maggior parte del denaro prestato. L´usura è una delle principali fonti di reddito delle mafie. Per questo è importante contrastarla incentivando le denunce e consentendo l'accesso rapido ai fondi di sostegno, promuovendo la crescita delle associazioni e delle fondazioni che raccolgono per prime l'allarme delle famiglie indebitate, mettendo in comunicazione i settori del tribunale civile (dove gli usurati vedono i propri beni messi all'asta per azione dell'usuraio) e quelli del penale (dove magari è in corso un procedimento contro lo stesso usuraio).

MAGISTRATURA E FORZE DELL’ORDINE SONO FONDAMENTALI

Il Partito Democratico sostiene con determinazione la magistratura e le forze dell´ordine che svolgono un ruolo fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata.

Negli ultimi anni la magistratura e le forze dell’ordine troppe volte sono stati lasciati soli o addirittura attaccati da parte dell’esecutivo. Il Governo Berlusconi si è caratterizzato per una escalation di attacchi, verbali e non, alla magistratura e per tagli a raffica sia alle forze dell´ordine che alla magistratura. Nel corso delle numerose missioni nelle aree più esposte alla criminalità organizzata, i parlamentari del Partito Democratico hanno potuto toccare con mano le gravi carenze di organico sia presso le procure che presso i presidi delle forze dell´ordine.

L'ultima Finanziaria ha confermato ed inasprito le politiche di bilancio fin qui attuate dal Governo Berlusconi, con tagli gravosi per la giustizia e la sicurezza, per nulla compensati dalle erogazioni sul Fondo Unico Giustizia: a fronte della riduzione di oltre 2 miliardi euro, il FUG erogherà ai ministeri della Giustizia e dell'Interno solo 158 milioni di euro.

Le capacità operative delle forze di polizia e l'efficacia dell'azione della magistratura ne ha risentito e ne risentirà ulteriormente. Lo dimostrano le esperienze del Cilento, dove l’omicidio di Angelo Vassallo ha fatto emergere il radicamento e l’espansione degli interessi dei camorristici di Caserta e di Napoli, o della provincia di Foggia, dove si sta combattendo una tra le più sanguinarie guerre tra clan dell’ultimo decennio per il controllo di traffici che ancora sfuggono all’analisi degli investigatori.

L’integrazione operativa tra le polizie nazionali e quelle locali, al pari della rimodulazione della presenza territoriale di Polizia e Carabinieri può essere una risposta sistemica alla necessità oggettiva di riorganizzare e risparmiare risorse anche in questo settore. Il ripristino dei fondi necessari a sostenere gli sforzi di chi lavora nei territori a più alta densità mafiosa, per coprire il turn over del personale e per investire in tecnologie avanzate può essere ottenuto tagliando le spese sostenute per l'impiego in molte città dei militari accanto alle forze dell’ordine.

Il Partito Democratico vuole creare le basi per un buon funzionamento della magistratura e delle forze dell’ordine che è indispensabile per combattere le mafie con successo. Riteniamo urgente riaprire i concorsi pubblici per le forze armate e per l´assunzione di personale amministrativo e di polizia giudiziaria nei tribunali. Va incrementato l´organico dei magistrati e va introdotto l´obbligo di specializzazione permanente, lungo tutto l´arco della carriera professionale, sia per il personale giudiziario che investigativo.

 A questo proposito intendiamo dare finalmente avvio alla scuola di formazione della magistratura, da tempo in programma e mai realizzata.

Il Partito Democratico ritiene necessario aumentare le dotazioni strumentali delle forze dell´ordine, delle DDA, della DNA e delle questure, con particolare attenzione alle esigenze del personale impegnato nelle misure di prevenzione cautelare. Bisogna accelerare la messa a regime del processo di telematizzazione dei processi. La realizzazione di investimenti in tecnologie avanzate che consentano, prima di svolgere indagini al passo con i tempi e poi di concludere i processi in tempi piú rapidi sono la risposta migliore alla criminalità organizzata, sempre più moderna.

Il Partito Democratico è convinto che investimenti in giustizia e sicurezza non siano costi per il Paese, ma sono risparmi che fruttano per la democrazia e per la lotta alle mafie.

BATTERE LE MAFIE NEL MONDO INDEBOLISCE LE MAFIE IN ITALIA

I soldi con cui le mafie tengono in pugno certe zone dell’Italia vengono guadagnati anche a Francoforte, Londra, New York o Hongkong. Il Partito Democratico sa che per liberare l’Italia dalle mafie è necessario combatterle con forza anche fuori dai confini nazionali.

Le mafie hanno saputo sfruttare la caduta delle frontiere approfittando della libera circolazione di uomini e merci per i loro sporchi affari. Si sono trasformate in holding internazionali del crimine. Prediligono le località estere più lucrative, nelle quali le legislazioni straniere non sono ancora adeguate al contrasto alla criminalità organizzata e dove spesso si riscontra una sottovalutazione del problema da parte delle forze dell´ordine, non consapevoli del vero pericolo rappresentato dalle infiltrazioni mafiose.

L’Italia finora a livello politico non dà il suo contributo alla lotta internazionale contro le mafie. Il Governo Berlusconi si è rifiutato di recepire le convenzioni internazionali e la legislazione europea in materia di contrasto alla criminalità organizzata. In questo modo non solo il nostro Paese e i nostri ottimi funzionari pubblici antimafia perdono di prestigio e di autorità, ma la nostra valida legislazione in materia, che potrebbe fungere da esempio per gli altri, resta inascoltata ed inapplicata, là dove potrebbe invece essere determinante nella lotta internazionale alle mafie.

È grave che l´Italia non abbia recepito la decisione quadro europea che prevede il reciproco riconoscimento di sentenze di confisca di beni mafiosi. È uno strumento importante per la lotta alle mafie a livello internazionale perché consentirebbe di confiscare subito quei beni acquistati ad esempio in Germania da un mafioso italiano per riciclare i suoi soldi anche sulla base di una sentenza emessa in Italia. Ci sono già dei casi in cui si potrebbe procedere. Invece un qualsiasi paese europeo in virtù del rapporto di reciprocità non può procedere al sequestro dei beni perché l´Italia a livello europeo dal punto di vista legislativo è inadempiente.

Il Partito Democratico si impegna a far sì che l´Italia recepisca questa legge europea per la confisca dei beni mafiosi al più presto così come pure tutte le decisioni quadro europee in materia di lotta alla criminalità organizzata così da favorire la costituzione di uno spazio giuridico antimafia europeo e globale.

E´nostra intenzione anche emanare quanto prima la legge che recepisce la convenzione del Consiglio d´Europa contro la corruzione.

La lotta contro la criminalità organizzata può avere successo solo se viene combattuta anche a livello internazionale. Per questo vanno istituite al più presto anche le squadre investigative comuni, che consentono di creare dei pool investigativi sovranazionali.

CONCLUSIONI

Mettere in galera i latitanti è importante. I mafiosi latitanti devono finire in prigione e deve essere garantito loro il regime di carcere duro. Da questo punto di vista è encomiabile l´egregio lavoro portato avanti negli ultimi anni da magistratura e forze dell´ordine.

La lotta alla mafie però, non si esaurisce solo con la repressione militare. Non è sufficiente prenderli. Non è solo un problema di ordine pubblico, di soldati o di ronde per le strade. Al contrario.

Per il Partito Democratico la lotta per la legalità e contro le mafie è una priorità. Sconfiggere le mafie è possibile. Sconfiggere le mafie significa restituire ricchezza al Paese.

Stime ufficiali quantificano in 135 miliardi di Euro il fatturato annuo delle mafie. Detto in altri termini: le mafie sottraggono allo Stato il valore di alcune finanziarie, vale a dire decine di miliardi di euro che potrebbero essere usati per costruire scuole, ospedali, autostrade, ponti, biblioteche, centri sportivi. Solo al Sud si stima che le mafie riducano il prodotto interno lordo del 40%.

Contemporaneamente l´economia sommersa, cioè quell´economia in nero che rappresenta l´humus ideale su cui prospera e cresce la criminalità organizzata, ha un´incidenza del 27% sull´intera economia italiana: un euro su quattro in Italia sparisce nelle tasche dei più furbi o dei più criminali.

Ecco perché il Partito Democratico intende lanciare un Patto nazionale antimafia, una sorta di piano strategico per il Paese a cui vengono chiamati a partecipare tutti gli attori sociali - magistrati, forze dell´ordine, parti sociali, associazioni di categoria e della società civile, istituzioni, scuola, università, imprese, stampa, partiti, religiosi, liberi cittadini - al fine di lavorare sinergicamente contro le mafie e per la legalità.

L´obiettivo è quello di riuscire a strappare alla criminalità organizzata quell´enorme potere, militare, patrimoniale, economico, di omertà sociale che detiene, così da ridare ossigeno, non solo all´economia e allo sviluppo del Sud ma di tutto il Paese.