Per dieci anni Antonino Caponnetto incontra cittadini, giovani e studenti delle scuole d’Italia, viaggia in lungo e in largo senza fermarsi, facendo anche tre interventi al giorno, per parlare di legalità e giustizia sociale. Il suo linguaggio è chiaro e diretto, spesso parla a braccio e sempre con grande calore. I giovani lo ascoltano con attenzione, ammirano la sua coerenza e la sua testimonianza, per loro è un punto di riferimento sicuro, come documentano le numerose lettere che gli hanno scritto. Da questa esperienza matura l’idea di offrire a tutti i cittadini onesti una possibilità di incontro e di riflessione sui temi della legalità. Così, nel 1999, si tiene il primo Vertice sulla legalità dall’eloquente titolo “Uomini e donne di buona volontà se ci siete battete un colpo”. All’incontro partecipano i magistrati Giancarlo Caselli, Gherardo Colombo, Antonio Ingroia, Massimo Russo, Antonio Di Pietro e poi Dario Fo, Franca Rame, Rita Borsellino, Don Luigi Ciotti, Alfredo Galasso, Saverio Lodato, Walter Veltroni e tantissimi altri. Ma soprattutto una marea di cittadini attenti. Il successo di questo primo vertice significa il desiderio di tanti uomini e donne di voler vivere in un paese libero e giusto. È sorprendente scoprire quanto sia radicata l’esigenza di valori democratici e questo convince il giudice a proporre un appuntamento annuale sui temi della giustizia e della legalità. Antonino Caponnetto ha partecipato a tutti i Vertici, con l’eccezione di quello del 2002 perché era malato. E proprio in questi giorni ricorre l’anniversario della morte. Era il 6 dicembre del 2002 quando Nonno Nino ci lasciava. Non potevamo, quindi, cogliere migliore occasione per dedicargli questo numero di Wow per il suo impegno civile, la sua determinazione e il suo esempio. Grazie.
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