sabato 8 gennaio 2011

Politica e Mafie, il rapporto perverso secondo Maria Grazia Laganà Fortugno

Maria Grazia Laganà Fortugno
con il procuratore
Piero Grasso e il presidente
Salvatore Calleri
Intervento realizzato nel corso del XIV Vertice nazionale Antimafia della fondazione Caponnetto

di Gianmarco Aita

Maria Grazia Laganà Fortugno, vedova di Francesco Fortugno, vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, ucciso dalla ’ndrangheta nel 2005, illustra i rapporti tra la mafia e il territorio. Anche la Fortugno parte dalla teoria dell’isola felice, la convinzione che nella propria terra le mafie non esistano, e, invece, queste sono stanziate “in ogni piccolissima parte dell’Italia”. Poi continua parlando della grossa complicità tra mafia e istituzioni. “Le organizzazioni statali sono ormai molto delicate, vi sono infiltrazioni dappertutto. Ma soprattutto – conclude - c’è un rapporto perverso con la politica. La mafia è talmente radicata nella politica, che giunge addirittura a dirigere le decisioni sulla distribuzione delle risorse e la gestione del potere”. Un quadro desolante.

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