domenica 16 gennaio 2011

Forum ndrangheta Made in Germany / Rassegna Stampa

L'articolo pubblicato domenica 16 gennaio su Latina Oggi, relativamente al Forum organizzato dalla redazione di Wow, con Orfeo Notaristefano, sulla presenza della Nrangheta in Germania

giovedì 13 gennaio 2011

Internazionalizzazione del fenomeno mafioso: forum ‘ndrangheta made in Germany

Il libro del tandem
Lumia - Notaristefano
L’internazionalizzazione del fenomeno mafioso sarà al centro del forum organizzato, sabato 15 gennaio alle 15.30 in via San Pietro a Formia, dalla redazione di Wow, rivista di cultura, (in)formazione e antimafia del Lazio meridionale. Protagonista dell’incontro sarà Orfeo Notaristefano, giornalista e scrittore, già autore di Cocaina Connection e fresco autore di ‘ndrangheta made in Germany, libro scritto a quattro mani con il senatore del Pd, Giuseppe Lumia, già presidente della commissione parlamentare antimafia. Un contributo che si pone come una nuova  analisi dell’espansione delle dinamiche mafiose e ndranghetiste, in particolare, a partire dalla contestuale unificazione europea, da cui le cosche dell’Aspromonte hanno tratto grandi vantaggi. Lumia e Notaristefano intendono svelare le trame tessute in questi anni nel principale motore economico dell’Europa, dove gli ndranghetisti, grazie alla sottovalutazione del fenomeno, hanno inquinato ampie fette di mercato. Secondo i due autori: “I tedeschi continuano a pensare, nonostante la strage di Duisburg, che l’Italia sia il paese della pizza e degli spaghetti, pensano ancora che la ‘ndrangheta e le altre mafie siano quasi un aspetto folkloristico delle regioni del mezzogiorno”, quando, invece, sono al loro fianco girando “indisturbati sulle loro Bmw”. Una grande lezione di antimafia che intendiamo sostenere e che può rappresentare un contributo nel miglioramento della legislazione antimafia europea. 

martedì 11 gennaio 2011

Daniela Morozzi e la forza di conoscere

Daniela Morozzi
si prepara
all'intervento
L'attrice, meglio conosciuta come Vittoria Guerra di Distretto di Polizia, interviene al Vertice della fondazione Caponnetto
Di Gianmarco Aita
Dopo il procuratore antimafia Grasso e l’imprenditore Ferrari è il turno di Daniela Morozzi, attrice di cinema e teatro, da tutti conosciuta per aver interpretato la fiction “Distretto di Polizia”. Incentra il suo intervento su un profilo culturale e formativo. Per la Morozzi questo, non è un problema di secondo ordine, dal momento che la lotta alla mafia deve partire dai giovani, “per cui – spiega - se non dalla scuola, da dove deve partire la sensibilizzazione? La criminalità organizzata si continua a espandere proprio in conseguenza della diffusa ignoranza tra la gente, che in molti casi diventa menefreghista e omertà! Le stesse leggi -  prosegue l’attrice - non servono se non vi è un radicato e profondo senso di giustizia all’interno di ogni individuo”, conclude prima di emozionare tutti i presenti leggendo una lettera aperta scritta nell’anniversario della morte di Borsellino, da tre giovani, il cui padre è stato arresto per mafie, chiedendo “scusa a quanti sono stati direttamente o indirettamente colpiti dalla sua azione criminosa”.

La mafia e i luoghi comuni

Intervento del presidente della fondazione Antonino Caponnetto, Salvatore Calleri, al XIV Vertice di Campi Bisenzio

Di Salvatore Calleri
La mafia ed i luoghi comuni. Vediamo quali sono.
                1) la mafia non esiste. Oramai è stato appurato il contrario. Ma fino al maxiprocesso del 1986 di Caponnetto era il più diffuso.

Salvatore Calleri

                2) la mafia se esiste è puramente un fenomeno criminale. Persiste ancora e favorisce la sottovalutazione del problema. Se fosse un puro e semplice fenomeno criminale sarebbe stata già debellata da tempo.
                3) si ammazzano tra di loro a noi non interessa. Errato. Quando c'è una guerra di mafia chi rimane vivo rafforza il proprio gruppo ed aumentano i problemi.

                4) di mafia non bisogna parlarne perché si rovina la reputazione di un territorio. Errore gravissimo che tuttora persiste in quasi tutto il nord ed in parte del centro e del sud. Non parlare della mafia significa aiutare la sua espansione.

                5) teoria dell'isola felice. Non esistono luoghi nel nostro paese ed in Europa ove la mafia in qualche sua forma non sia presente. Questo errore di valutazione ad oggi persiste specialmente nel centro nord.
               6) la mafia nasce dalla povertà. Al contrario la mafia nasce nei territori potenzialmente ricchi e li rende poveri. In Sicilia Cosa Nostra ha iniziato nella conca d'oro con il traffico di limoni.

              7)  teoria della totale sconfitta dopo gli ultimi arresti.  Errore strategico già commesso nel 1996. Mai vendere prima della sua morte la pelle dell'orso.
             8) la mafia una volta era buona. Falso non lo è mai stata.
             9) di mafia straniera non bisogna parlarne perchè si rischia il razzismo. Errore grave perchè parlarne significa aiutare gli stranieri onesti.

            10) non si fanno passi avanti. Falso in Italia ne sono stati fatti molti. Non bastano però in quanto bisogna agire sul piano internazionale. In Europa sono messi peggio.
             11) ci prendiamo solo i soldi del riciclo dei mafiosi. Tanto i mafiosi non arrivano. Falso. I mafiosi dopo arrivano.
            12) la mafia è invincibile. Non è vero. I danni che ha subito sono notevoli.
La mafia è un virus. Un virus mutante. Superare i luoghi comuni è come un vaccino e rappresenta un primo passo per sconfiggerla.



sabato 8 gennaio 2011

Saro Crocetta: “La mafia si confonde nel capitalismo”

L'UEdeputato Crocetta
infiamma la platea
Intervento realizzato nel corso del XIV Vertice della fondazione Caponnetto
Di Gianmarco Aita
L’ex sindaco antimafia di Gela, Rosario Crocetta, apre il suo discorso con un caloroso ringraziamento al compianto giudice Antonino Caponnetto e sua moglie,“nonna Betta”.  Continua arrivando al punto della questione, invitando i giovani, ma anche gli adulti, a sensibilizzarsi al problema mafia: “Sono proprio questi ultimi, infatti, i meno informati sulla tematica” afferma Crocetta. Molti credono, come confermava Calleri poco prima , di vivere in “un’isola felice” dove la mafia non entra: non è mafia quella che spara… non è mafia quella che ammazza… non è mafia quella degli imprenditori...dicono. Eresie!! Ormai la mafia è un problema accentuatissimo e che soprattutto non riguarda, come molti altri ritengono, soltanto il mezzogiorno. La “nuova mafia” è insita in tutti i paesi italiani da nord a sud. Tende a colpire soprattutto nelle regioni più ricche, al nord quindi, dove molto alta è la coincidenza tra capitalismo, uso sporco del denaro, e uso “selvaggio” dei sistemi di lavoro e delle condizioni dei lavoratori. Viene sfatato inoltre il mito del nord pensato solo come zona di riciclaggio, tant’ è che qualche settimane fa, in Lombardia sono stati arrestati alcuni imprenditori che acquistavano armi per commettere crimini che avvenivano anche al sud”.  Grazie alle intercettazioni, Saro, scopre anche delle conversazioni tra due fratelli di Gela, che ritenevano che nel loro paese “con quel sindaco non si poteva lavorare bene, ed era meglio trasferirsi a Firenze”. Dopo il doppio suono del campanello, che decreta la fine dei minuti a disposizione per l’intervento, l’eurodeputato Crocetta conclude, invitando tutti a non sottovalutare il problema mafia, perché è proprio su questo che la criminalità organizzata fa leva , per potenziarsi e arricchirsi, sempre di più.

Fabio Ferrari: “C’è mafia al Nord”

Intervento realizzato in occasione del XIV Vertice della fondazione Caponnetto

di Gennaro Ciaramella

“Piccolo imprenditore che si diletta a fare politica”. Si presenta così Fabio Ferrari, membro della Fondazione Antonino Caponnetto, alla platea del XIV° Vertice Nazione Antimafia. Oggetto del suo intervento è la presenza di organizzazioni criminali nel reggiano, dove risiede. Camorra e ‘ndrangheta hanno preso dimora anche al nord, con lo scopo di spartirsi equamente il flusso economico legato alla malavita organizzata. “Grandi imprese della zona richiamano cognomi annessi a organizzazioni criminali” spiega Ferrari, che incalza “il sequestro di beni confiscati proprio alle organizzazioni criminali ne è la prova schiacciante. Le infiltrazioni mafiose, quindi, sono presenti anche e soprattutto al nord”. Secondo il relatore bisognerebbe “gestire meglio le gare d’appalto, invitando gli amministratori a controllare le sedi operative delle aziende. In questo modo, però, si precluderebbe la possibilità di operare in zone diverse da quelle residenziali e, di certo, non sarebbe un bene per la concorrenza e per le imprese in generale”. Sono i giovani, però, il bersaglio di Ferrari; “invece di utilizzare la rete per baggianate varie, andate a vedere le azioni dei ragazzi della Polizia che arrestano i mafiosi per il bene della collettività” conclude quindi Ferrari. Il futuro di questa Italia è in mano alle nuove generazioni. Tuttavia una società matura che sappia essere educatrice e promotrice di questo messaggio, supportata da un’adeguata classe dirigente, di certo, non guasterebbe.


Politica e Mafie, il rapporto perverso secondo Maria Grazia Laganà Fortugno

Maria Grazia Laganà Fortugno
con il procuratore
Piero Grasso e il presidente
Salvatore Calleri
Intervento realizzato nel corso del XIV Vertice nazionale Antimafia della fondazione Caponnetto

di Gianmarco Aita

Maria Grazia Laganà Fortugno, vedova di Francesco Fortugno, vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, ucciso dalla ’ndrangheta nel 2005, illustra i rapporti tra la mafia e il territorio. Anche la Fortugno parte dalla teoria dell’isola felice, la convinzione che nella propria terra le mafie non esistano, e, invece, queste sono stanziate “in ogni piccolissima parte dell’Italia”. Poi continua parlando della grossa complicità tra mafia e istituzioni. “Le organizzazioni statali sono ormai molto delicate, vi sono infiltrazioni dappertutto. Ma soprattutto – conclude - c’è un rapporto perverso con la politica. La mafia è talmente radicata nella politica, che giunge addirittura a dirigere le decisioni sulla distribuzione delle risorse e la gestione del potere”. Un quadro desolante.

sabato 1 gennaio 2011

2011 Rivoluzionario


L'eurodeputato Luigi de Magistris

Il 2010 si è chiuso con le forze dominanti che attraverso il controllo del capitale hanno mortificato il lavoro: è il caso dell’imposizione dei desiderata della Fiat ai lavoratori, con l’avallo di Governo e Confindustria, di sindacati deboli o compiacenti (ad eccezione della Fiomhttp://www.demagistris.it/) e con il capo chino anche di pezzi del centro-sinistra. Poco prima il prodotto umano e istituzionale di un potere autoritario e svilito, espressione della peggiore sub-cultura berlusconiana, ossia il ministro Gelmini ha imposto – contro la volontà di studenti e  docenti – la controriforma dell’università. Il Presidente della Repubblica, come sempre, ha subito firmato. I tagli alla spesa pubblica democratica – non a quella che rimpingua le cricche e le mafie che è mantenuta e consolidata – e alle politiche sociali sta rafforzando le disuguaglianze, mortificando cultura, ricerca, innovazione, sviluppo. Il ceto medio, la spina dorsale del Paese, fatica ad arrivare alla fine del mese: i nuovi poveri, con la mortificazione di centinaia di migliaia di famiglie. I giovani non hanno più certezza del loro futuro lavorativo, ambizioni umiliate, sogni spezzati, progetti svaniti, governi che non sono in grado di garantire aspirazioni, valorizzare professionalità, considerare competenze. Il precariato è, ormai, il modello preferito dal regime per regolamentare la forza lavoro. I servitori dello stato sono sempre più umiliati dal mobbing delle cricche e dalla deviazioni che operano all’interno delle istituzioni. Gli imprenditori capaci e onesti che contribuiscono alla ricchezza conomica sono umiliati da oligopoli dominanti, dai prenditori di soldi pubblici e da coloro che vanno a braccetto con la politica e la criminalità organizzata. Le mafie imprenditrici controllano il 25% del PIL. A fronte di un disegno autoritario che verticalizza il potere, mortifica gli organi di garanzia, massacra lo stato sociale, privatizza tutto, restringe gli spazi di dissenso, mortifica il pensiero libero, le forze politiche di opposizione non sono ancora all’altezza della sfida. E allora dobbiamo lavorare per un 2011 di rottura del sistema e di costruzione di un’altra Italia. Dobbiamo unire la parte migliore esistente tra le forze del centro-sinistra e metterla in connessione con il popolo in movimento, con la gente stanca ma fiera, con quelli dalla schiena dritta, dagli occhi puliti, con il cuore caldo, con le menti libere e aperte, con chi vuole un costruttivo conflitto sociale, con chi lotta per i diritti, con chi pensa prima ai lavoratori e, poi, al profitto, con chi tutela i più deboli prima di pensare al denaro. C’è una grande sete di giustizia, di solidarietà, di uguaglianza. Raccogliamola e organizziamo il dissenso, costruiamo l’alternativa con contenuti chiari e forti che possano camminare con le gambe di persone credibili che hanno dimostrato da che parte stare. E allora per un 2011 rivoluzionario, per la rivoluzione dei cuori, per spezzare le catene dei poteri dominanti e agire per la costruzione della democrazia. Buon anno amiche e amici, buon anno compagne e compagni, buon anno a chi vuole camminare con noi, con fierezza e lealtà, con forza e dolcezza, con l’amore per il prossimo.
Buon Anno!
Luigi de Magistris
http://www.demagistris.it/

Passi di Legalità con Lorenzo Diana

L'intervento conclusivo del XIV Vertice Antimafia della fondazione Caponnetto
di Luca Antonio Caloiaro

Lorenzo Diana
Con la cattura di Iovine si è registrato un nuovo successo della cultura della Legalità. Questa l’analisi lucida di Lorenzo Diana, ex vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia, il quale spiega: “Questo fatto acquista una notevole rilevanza giacché, per la prima volta in Campania, a Casal di Principe, le persone gioivano insieme alle forze dell’ordine per l’arresto di un boss, evento, questo, accaduto prima solo in Sicilia. Questo gesto ha finalmente aperto una breccia in uno dei territori in cui la criminalità organizzata è maggiormente radicata, un territorio che ora coltiva la speranza che un futuro diverso sia possibile”. Nei giorni successivi all’esito positivo dell’operazione Iovine, come osserva Lorenzo Diana, “tutta la politica ha espresso la gratitudine e la riconoscenza verso gli agenti e i magistrati. La domanda che ci si pone allora è perché quando quegli stessi magistrati richiedono un mandato d’investigazione nei confronti di parlamentari e membri del governo non si esprime la stessa gratitudine?” Lo stesso Diana, poi, nel suo intervento conclusivo del Vertice organizzato dalla Fondazione Caponnetto sostiene che bisogna continuare a diffondere la cultura alla legalità, elogiando l’impegno di Roberto Saviano, che, spiega, “ha l’indubbio merito di aver ampliato il cono di luce sulla questione mafia in Italia”.