lunedì 20 febbraio 2012

La 'ndrangheta nel mondo


di Cristina Vellucci e Gennaro Ciaramella  

Come di consueto “Wow” organizza eventi ed incontri culturali con scrittori, giornalisti e personaggi di rilievo. Questo mese ha accolto il nostro invito Orfeo Notaristefano, noto giornalista e scrittore di vari testi tra i quali “Cocaina Connection” e “’Ndrangheta made in Germany”, il quale, è stato concepito in collaborazione con l’Onorevole Giuseppe Lumia. La conferenza, incentrata su “droghe e ‘ndrangheta”, ha toccato vari aspetti e sfaccettature del problema inerente alla mafia calabrese. Il tema comune tra il primo libro “Cocaina connection” e “’Ndrangheta made in Germay” è il traffico di droga a livello mondiale. Quali sono le differenze tra le due edizioni? Mentre il primo lavoro consta di due edizioni, che si differenziano fondamentalmente per l’aggiornamento dei dati (consumi e morti per l’assunzioni di stupefacenti), “’Ndrangheta made in Germany”è il risultato di un ulteriore sforzo nell’elaborazione dei materiali relativi alle operazioni malavitose per espandersi dai territori d’origine in tutta Italia, soprattutto a Milano e in Lombardia. Cosa ha accomunato Lei e l’Onorevole Lumia e cosa vi ha spinto a collaborare all’edizione di “’Ndrangheta made in Germay”? La nostra collaborazione è maturata dalla consapevolezza che le mafie vanno combattute da tutti, a prescindere dal colore politico. Non ci si può dividere tra destra e sinistra in quanto le organizzazioni criminali non hanno partito. Per quali caratteristiche la ‘ndrangheta calabrese si differenzia dalle altre mafie?  Attraverso quale azioni? La differenza sostanziale è insita nel sentimento del pentimento dato che la ‘ndrangheta calabrese è caratterizzata da ‘ndrine, famiglie ristrette o allargate che si muovono orizzontalmente sul territorio. Tale orizzontalità comporta che se ad ogni famiglia corrisponde una ‘ndrina è più difficile che ci siano i pentiti e che accusino un altro membro all’ interno del proprio nucleo.  Il crollo del muro di Berlino è stato un grande traguardo. È stato, però, anche il momento in cui le mafie hanno cominciato ad investire in quella realtà. Lei scrive che la Germania è una succursale delle ‘ndrine calabresi. Come sono riusciti ad arrivare a questa sitazione? I governi tedeschi come hanno e stanno provvedendo? Crollato il muro di Berlino si inizia ad investire nella Germania dell’est. Qualsiasi fonte di investimento significava un onere minore da dover sopportare a livello nazionale e di conseguenza maggiore occupazione, produttività, sviluppo ecc.. non era importante la provenienza del flusso economico ma l’effettiva esistenza di capitali. Il governo, quindi, non era attento nell’individuare la fonte di queste risorse finanziarie. Oggigiorno le ‘ndrine calabresi dirigono quelle tedesche; questo vuol dire che quest’ultime non prendono iniziative autonome senza consenso delle prime. Il 13 Luglio 2010, con l’operazione “Crimine”, sono stati arrestati 300 soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta e imprenditori che hanno un legame con essa. È stata l’operazione con la quale sin dagli anni ’90 si è catturato il maggior numero di criminali. Forse qualcosa sta cambiando? Noi siamo molto fiduciosi: nel mio ultimo lavoro, “’Ndrangheta made in Germany”, sono presenti tre capitoli che rappresentano tre diverse risposte con le quali si riesce a creare una situazione sfavorevole alle mafie, a combatterle e ad isolarle. Bisogna togliere il mezzo di persuasione delle mafie verso il popolo. Come fare quindi a contrastare le mafie? Che valore ha in questa battaglia la nostra classe dirigente? Secondo Lei sta assolvendo ai suoi doveri in questo contesto? C’è una mentalità caratterizzata dal menefreghismo. Si pensa che fino a quando gli eventi non ci toccano direttamente, “che facciano pure!”. Ad esempio in una regione come la Calabria è difficile spiegare e far capire che la ‘ndrangheta si arricchisce dove i territori sono poveri.




Divorati dalle mafie (Class Action gennaio 2012)

Roberto Saviano (foto di Paola D'Urso)
di Raffaele Vallefuoco

La politica istituzionale torna a parlare di mafie. E lo fa, però, peccando di tempismo. Affronta la questione solo quando la comunità è scossa da arresti e blitz antimafia. E’ evidente, quindi, in partenza il fallimento di qualsiasi discussione ex post. Compito di chi è chiamato a rappresentare un territorio, invece,  è predisporre tutti gli interventi ad hoc per arginare lo sconfinamento  della criminalità organizzata. Purtroppo, come emerge dal tono delle discussioni affrontate, la preparazione è piuttosto vaga, per non dire inidonea. Non c’è, nell’attuale classe dirigente locale, una consapevolezza del fenomeno, né tantomeno una valida preparazione relativa alle implicazioni amministrative, se è vero come è vero, che taluni consiglieri comunali si stupiscono della interrelazione Comune – forze di polizia sul versante appalti. Non c’è consapevolezza, in secondo luogo, se ci si meraviglia della presenza sul territorio solo quando scattano le manette, come se il fenomeno mafioso dovesse essere di per sé visibile per essere contrastato. E’ proprio la segretezza delle pratiche mafiose, la loro invisibilità, come mette in evidenza l’analisi di  Jean – François Gayraud, in ‘Divorati dalle mafie’, a distinguere le grandi criminalità organizzate dalla criminalità comune. E sul punto, tanto per stigmatizzare i detrattori delle associazioni e fondazioni antimafia, attente alla sensibilizzazione, è il caso di citare Paolo Borsellino, il quale ripeteva “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”. E’ chiaro, quindi, l’errore di fondo commesso da chi, per le motivazioni più disparate, propone consigli comunali a porte chiuse. Questo sarebbe un regalo ai “sacerdoti della mafia”, come definisce Alberto Spompinato di Ossigeno Informazione, quanti, a vario titolo, ‘derubricano’ la presenza delle mafie nel territorio, proprio confondendola con la criminalità comune. Questo atteggiamento, per vero, è stato quello dominante di gran parte del centrodestra pontino, che ha preferito sempre dissimulare e nicchiare quando le cronache raccontavano di attentati e intimidazioni. E, anzi, si è finito per definire ‘pezzi deviati dello Stato’ chi, invece, metteva in evidenza il rischio di contiguità mafiose – amministrative. Come ricorda Roberto Saviano: “raccontare è resistere” e in fondo di ‘partigiani della verità’ non ce ne sono mai troppi. Per questo, noi continueremo a raccontare il nostro territorio, per proteggerlo, per difenderlo.

giovedì 24 novembre 2011

I progetti di Libera Frosinone

Libera è un contenitore di idee, persone, progetti e attività finalizzato a sistematizzare e dare continuità a esperienze formative di educazione alla legalità, democratica, responsabilità e cittadinanza. Libera è anche un ente di formazione accreditato presso il Ministero della Pubblica Istruzione per la realizzazione di corsi e programmi di formazione sui temi dell'educazione alla legalità democratica ed allacittadinanza attiva. La nostra associazione ha sviluppato dei percorsi didattici per gli istituti scolastici di ogni grado – spiega Giovanni Pizzuti, referente di Libera Frosinone - i percorsi hanno per oggetto tematiche come le mafie, le ecomafie, le agromafie, l'immigrazione e la corruzione -.  Inoltre anche quest'anno in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e della Ricerca è stato promosso il concorso “Regaliamoci 2011/2012”. Le tracce di quest'anno sono: “L'etica Libera la bellezza” per le scuole primarie, “Segnal-etica di cittadinanza” per le scuolesecondarie di primo grado e “Corretti e non corrotti” per lescuole secondarie di secondo grado.  E' possibile aderire al concorsoentro il 19 dicembre, la consegna dei lavori è prevista per marzo 2012. - La lotta alleillegalità non può essere svolta in via esclusiva dalle forze dell'ordine e dalla magistratura, per questa ragione riteniamo fondamentale che un ragionamento sulla dimensione culturale delfenomeno mafioso, non possa prescindere dai temi dell'esigibilità dei diritti e della corresponsabilità verso i doveri di cui ognuno di noi, in quanto parte della comunità di riferimento, è portatore. Invitiamo le scuole interessate a contattarci, i nostri volontari sono disponibili a lavorare con i studenti e a fornire maggiori informazioni sul concorso “Regaliamoci 2011-2012”. E' possibile trovare maggiori informazioni suwww.liberafrosinone.it/formazione-.

Operazione 'Golfo', l'intervento dei Giovani Democratici di Formia

Il circolo Impastato / Milk dei Giovani Democratici di Formia interviene sull’operazione ‘Golfo’ appena condotta dagli agenti della Questura di Latina e dai militari della Gdf di Roma, su mandato della Dda partenopea, chiedendo un nuovo approccio per la tutela del territorio. “Formia e dintorni chiedono un nuovo passo nel contrasto alle criminalità organizzate che operano nel comprensorio. Non è una novità la presenza della camorra, ma questa volta scade l’alibi di certa politica che ha tentato sistematicamente di sminuirne il problema. Pretendiamo risposte in ordine alla strategia che si intende porre in essere al fine di affiancare, sotto il profilo politico, economico e culturale, l’energica attività delle forze dell’ordine e della magistratura, a cui va il nostro ringraziamento. Ma non deve trattarsi di una risposta individuale. No, ciascuna comunità che si riconosce nel Golfo di Gaeta è chiamata a concorrere nella definizione di questo scatto d’orgoglio, individuando ciascuno, per il proprio ruolo, gli strumenti tesi ad arginare lo sconfinamento delle mafie sul nostro territorio. Lo pretendiamo, è arrivato il momento”.  

Operazione 'Golfo', l'intervento della fondazione Antonino Caponnetto

L’operazione “Golfo” condotta all’alba di questa mattina dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Latina e i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma della Gdf, su mandato della Dda partenopea, nel comune di Formia stimola l’analisi della Fondazione Antonino Caponnetto. Il sodalizio, per mezzo del suo presidente e del referente Lazio, rispettivamente Salvatore Calleri e Raffaele Vallefuoco, torna sull’esposizione mafiosa del sud pontino. “Il blitz odierno conferma la capacità delle mafie, e della camorra, in particolare, di insinuarsi negli interstizi del territorio pontino. Tutti gli allarmi lanciati in questi anni sul rischio di ‘contestualizzazione’ delle criminalità organizzate, che adesso appare come una realtà inequivocabile, pesano, quest’oggi su quanti per anni hanno derubricato la presenza mafiosa a mera criminalità comune, o addirittura, negandone la presenza. L’operazione ‘Golfo’ evidenzia un’esposizione che comprende tutto il comprensorio e che necessità di una strategia d’approccio che corra lungo le direzioni geografiche ed economico – politiche. Questo significa che urge una risposta comune da parte di tutti i comuni inseriti nella geografia del Golfo di Gaeta e coinvolga in una complessa strategia di argine tutte le forze sociali del territorio. Solo così, potremmo dare il nostro contributo allo straordinario lavoro posto in essere con dedizione e coraggio dagli uomini e donne delle forze armate e contestualmente dalla magistratura partenopea. A loro un forte ringraziamento per l’opera di tutela e salvaguardia del comprensorio”.


sabato 12 novembre 2011

Sostegno agli amici di Libera dal responsabile Lazio della Fondazione Caponnetto

“Profonda amarezza”. E’ questo il sentimento del responsabile Lazio della Fondazione Caponnetto, Raffaele Vallefuoco, all’indomani dell’ennesimo vile gesto perpetrato ai danni del Villaggio della Legalità “Serafino Famà” di Borgo Sabotino. “Non ci resta che condannare questo accanimento contro gli amici di Libera che segna la linea di non ritorno per questa nostra provincia. E’ necessaria, infatti, una riposta collettiva nel condannare questo atteggiamento intimidatorio, nella consapevolezza che ogni attacco perpetrato non è isolato, ma colpisce ciascuno di noi. Per questo siamo al fianco dei ragazzi di Libera, stigmatizzando questo vile tentativo intimidatorio, ed offrendogli il nostro incondizionato sostegno”.

venerdì 11 novembre 2011

Ennesimo sabotaggio al Villaggio della Legalità, la presa di posizione di Libera

Il coordinamento Libera Latina denuncia l'ennesimo atto di sabatoggio ai danni del Villaggio della Legalità di Borgo Sabotino. E lo fa, esprimento tutta la sua rabbia, affidandola a queste parole: “
Vandali in azione al Villaggio della Legalità
(il Villaggio all'indomani della prima aggressione)
Ennesimo sabotaggio ai danni del Villaggio della Legalità "Serafino Famà" di Borgo Sabotino. Solo tre giorni fa, il villaggio aveva ospitato la seduta straordinaria della Commissione regionale sicurezza e legalità presieduta dall’onorevole Filiberto Zaratti ed a cui ha partecipato anche il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi. Nelle giornata di oggi invece era in programma la proiezione del documentario La Quinta Mafia prodotto da Libera, un’iniziativa organizzata insieme a Rinascita Civile e ad altre associazioni e ben pubblicizzata. Per impedire il normale svolgimento delle attività, nelle ore notturne sono state rubate le due pompe idrauliche necessarie per l’asservimento dell’acqua su tutta la struttura. Poche ore primaerano stati sottratti i rubinetti delle fontane che si trovano nel campo. Vistala posizione delle pompe idrauliche non era facile trovarle soprattutto albuio. Le stesse erano state sostituite dai tecnici del Comune di Latina nelmese di agosto dopo i danneggiamenti subiti da ignoti. Le pompe idrauliche sonostate smontate ad arte e portate via. Attualmente l’impianto idraulico non èfunzionante. Appare singolare il fatto che certi episodi precedano puntualmentela proiezione del documentario La Quinta Mafia che racconta le mafie nel Lazioe soprattutto denuncia le ecomafie di Borgo Montello e l’omicidio di Don CesareBoschin senza dimenticare che Borgo Montello dista linea pochi chilometri dalbene confiscato. L’ennesimo attacco al Villaggio della Legalità, una chiara sfida alle istituzioni e ai cittadini responsabili di questa terra". Quindi fa eco, il coordinatore regionale del sodalizio, Antonio Turri: "Non ci sono parole, ogni qualvolta c’è un’iniziativa arriva un segnale. L’ ennesimo atto di sabotaggio è un una chiara sfida alle istituzioni e ai
cittadini responsabili di questo territorio”, conclude l'esponente.